REDAZIONE LA SPEZIA

Il sogno di tenersi per mano La sofferenza di due anziani per le visite a tempo in Rsa

Lei ricoverata, lui ogni giorno (barcollando) va a trovarla arrivando dal Felettino. Per oltre un’ora in attesa del secondo accesso. "Vorrei continuare a stare con Iliana".

Lei ha 84 anni e, fino al 15 dicembre scorso, navigava su Internet con la destrezza di una ragazzina, fra selfie e post a mezzo Facebook. Lui, il marito, ha 93 anni: non è social e cammina con fatica. Lei, Iliana Consoli, è ricoverata nella Rsa Felicia per la riabilitazione dopo un lungo ricovero ospedaliero indotto da una setticemia nel sangue: era in prognosi riservata ma grazie alle cure è stata salvata. Lui, Arnaldo Celi, abita a Felettino e ogni giorno, accompagnato dai figli in auto, va a trovarla. Quando la vede gli si illuminano gli occhi. Dopo una vita trascorsa insieme, in autonomia, il distacco è stato tremendo.

La gioia quotidiana di Arnaldo è, però, a corrente alternata, in conseguenza degli accessi in fasce orarie motivate dall’emergenza Covid: fra una (dalle 15 alle 16) e l’altra (dalle 17,15 alle 18,15) c’è oltre un’ora di cuore affranto dall’attesa. Abitualmente Arnaldo viene riportato a casa e poi riportato in Rsa dai figli. Ma lui vorrebbe continuare a stare al fianco di Iliana. I suoi appelli alla comprensione sono caduti nel vuoto. "Un trattamento disumano". Non usa mezzi termini figlio Roberto per descrivere le conseguenze delle regole stabilite da Alisa per fronteggiare i rischi da contagio Covid. Ha sollevato il problema del disagio a mezzo mail. Niente da fare. "Sono stato chiamato dal medico della struttura; mi ha ribadito che non può essere dato corso all’accesso continuato da parte di mio padre. Allora l’ho sollecitato di farmi una denuncia se, dopo averlo accompagnato nella struttura non torno a prendere il papà alle 16, per portarlo in giro, aspettando le 17.15 per poterlo far rientrare, in modo che con la denuncia possa agire nei confronti della struttura per denunciare a mia volta il trattamento nei confronti di un novantatreenne".

Roberto, grato per le volte in cui gli è stato permesso di accompagnare il papà alla porta della camera della mamma per constatarne le condizioni ("che delinquente che sono!", dice), ritiene che un po’ di sensibilità di non guasterebbe: "Comprendo il dovere degli operatori di applicare le norme ma queste, alla luce di casi specifici come le difficoltà di un anziano a muoversi, dovrebbero essere migliorate". Sullo sfondo del lamento il grande amore che lega Iliana ad Arnaldo: i loro momenti più belli sono quando si tengono per mano.

Corrado Ricci