
L’effetto-pandemia nel 2020 si è ovviamente fatto sentire anche nel Terminal del Golfo del Gruppo Tarros, punto di snodo per i traffici di container nel Mediterraneo. Il calo c’è stato, ma non al punto di ricorrere alla cassa integrazione: la ’produzione’ è stata garantita ogni giorno dai 50 dipendenti diretti (sul totale dei 237 del Gruppo Tarros alla Spezia, nell’ambito dei 610 globali dello stesso) e dagli operatori indiretti, che sono 200.
Il dato complessivo della contrazione nell’ambito della movimentazione dei container è stato sull’ordine del 9 per cento: nel 2020 i Teu movimentati sono stati 95.398; nel 2019, invece, era stati 104.785: il ’delta’ è di 9.387 contenitori. E’ sul piano dell’export che il calo ha inciso maggiormente: sull’ordine del 12 per cento rispetto all’anno prima; per la precisione, sono stati 40.907 i teu che hanno fruito del terminal spezzino come trampolino di lancio per i mercati internazionali (a fronte dei 46.607 del 2019, con una differenza in negativo di 5.700 container). Sul piano dell’import, il dato alla fine dell’anno si è attestato a quota 36.807, con una riduzione di 3.979 teu rispetto ai 40.783 del 2019. A compensare, nel bilancio sono state le operazioni di transhipment – il trasferimento del carico da una nave all’altra – chiuse con un ’attivo’ del 2 per cento: hanno interessato 17.684 teu (a fronte dei 17.393 del 2019).
"Il 2020 verrà ricordato per la pandemia da Covid-19. Il Terminal del Golfo, grazie alla responsabilità delle sue persone e all’organizzazione del Gruppo Tarros, ha saputo adottare tutte le precauzioni necessarie e allo stesso tempo garantire ai propri clienti l’efficienza e la funzionalità del network logistico, assicurando l’approvvigionamento delle merci con elevati standard operativi. Ci auguriamo che il 2021 sia l’anno della ripresa economica e sociale", cosi riferisce orgoglioso e speranzoso il terminal manager Andrea Natale.