REDAZIONE LA SPEZIA

Il turismo moderno salva i vecchi mestieri. L’artigianato arranca e il digitale non cresce

I dati di Confartigianato confermano la crisi nello sviluppo della transizione. Le antiche professioni continuano a reggere grazie alle strutture di accoglienza. .

Sempre più richiesti gli esperti in informatica (foto d’archivio)

Sempre più richiesti gli esperti in informatica (foto d’archivio)

I vecchi mestieri stanno perdendo fascino ma anche il nuovo sta avanzando molto lentamente. Se per trovare un idraulico pronto a riparare un tubo che salta oppure l’elettricista che sistemi il cancello automatico bloccato si rischiano chiamate a vuoto. Ma anche nelle nuobe tecnologie non si scherza nonostante lo sviluppo e l’utilizzo ormai comune di computer e smartphone. La transizione digitale è il futuro delle imprese italiane ma il rischio del mancato decollo è strettamente legato alla crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. L’obiettivo auspicato è quello di migliorare l’esperienza del cliente offrendo prodotti e servizi innovativi ma i problemi iniziano a emergere. La conferma arriva da Confartigianato che attraverso gli studi effettuati ha registrato come le aziende abbiano necessità di assumere quasi 700 mila lavoratori con competenze digitali avanzate. Ma la richiesta può essere soddisfatta. Una rilevazione a livello nazionale che viene confermata anche nella nostra Regione.

"Le aziende liguri – spiega il presidente di Confartigianato Paolo Figoli – devono poter contare su lavoratori in grado di padroneggiare le nuove tecnologie. Serve un’adeguata politica formativa e un dialogo sempre più stretto tra la scuola, il sistema dell’istruzione professionale e le imprese". La mancanza di figure qualificate nei settori digitalizzati è confermata anche da Andrea Moscatelli titolare dell’azienda spezzina 3dCyber.

"E’ vero – spiega – ma c’è anche da aggiungere che il tessuto imprenditoriale della Provincia non ha ancora fatto una vera transizione digitale. Le aziende spezzine potrebbero trovare nuovi canali di sviluppo attraverso le nuove tecnologie. Serve un’adeguata politica formativa e un dialogo sempre più stretto tra la scuola, il sistema dell’istruzione professionale e le imprese".

Anche il fronte artigiano non vive momenti felicissimi. Il calo di vocazione, se si guarda a dieci anni fa è evidente. L’aspetto meno doloroso è che la flessione si è stabilizzata. A dare una mano agli artigiani del nostro territorio ci ha pensato anche il turismo. Il boom di affittacamere e bed and breakfast comporta una costante richiesta di manualità. "Per fortuna – commenta Angelo Matellini direttore di Cna – nella nostra Provincia ci sono anche queste realtà che si rivolgono a quelle che chiamiamo forze di artigianato di prossimità. Alcune sono anche diventate srl con diversi dipendenti, magari ex operai che hanno creato imprese importanti. Comunque grazie all’accoglienza turistica c’è costantemmente la necessità di avvalersi dell’aiuto di idraulici, elettricisti, carpentieri. In questo modo anche quelle professioni che stanno realmente diminuendo rispetto al passato rimangono presenti nel nostro tessuto sociale e economico". Anche il lavoro artigianale però ha bisogno di una costante formazione. "L’aggiornamento professionale – continua Matellini – è fondamentale per tenere il passo e rimanere attivi. Così come ogni impresa deve pensare a dedicare tempo alla formazione dei propri dipendenti anche gli artigiani che lavorano in proprio devono continuamente studiare. Se 30 anni fa un meccanico poteve tranquillamente svolgere la propria mansione con pochi strumenti e tanta esperienza adesso occorre avere competenze nell’uso dei computer e dei software perchè i nuovi mezzi di trasporto hanno una forte componente elettronica".

Massimo Merluzzi