Impiegati in trincea. Progressioni negate. Provincia nel mirino

Diciotto dipendenti si appellano alla Direzione territoriale

Impiegati in trincea. Progressioni negate. Provincia nel mirino

La segretaria di Fp Cgil, Marzia Ilari, sulla vicenda della vertenza dei diciotto lavoratori

Un braccio di ferro che rischia di finire in tribunale. È quello che da qualche settimana vede contrapposti diciotto dipendenti della Provincia all’ente di via Veneto. Oggetto della contesa, il mancato riconoscimento da parte del datore di lavoro delle progressioni economiche orizzontali relative allo scorso anno. Un avanzamento di carriera – e di riflesso, un aumento della retribuzione – negato dall’ente in virtù dei vincoli e dei criteri imposti dalla normativa nazionale di settore, che impedisce a coloro che abbiano già avuto accesso ai benefici nei precedenti trentasei anni, di ottenere nuovamente la progressione. Di tutt’altro avviso i diciotto lavoratori, che si sono affidati dall’avvocato Tortorelli e hanno bussato alle porte della Direzione territoriale del lavoro della Spezia con un’istanza di conciliazione, nel tentativo di ricomporre la vertenza in maniera bonaria e portare la Provincia a rivedere i provvedimenti assunti in materia di regolamentazione ed attribuzione dei differenziali stipendiali. Disposizioni, quelle della Provincia, che erano state concordate preliminarmente nell’accordo decentrato con le organizzazioni sindacali spezzine, che peraltro nel 2023 avevano spinto non poco per ottenere i benefici per i lavoratori dopo lo stop alle progressioni dell’anno prima.

La normativa contrattuale nazionale ha però offerto pochi margini di manovra ai sindacati di categoria: non solo l’obbligo di limitare la concessione dei benefici alla metà dei dipendenti aventi diritto, ma anche il blocco degli avanzamenti per chi ne aveva già usufruito negli ultimi tre anni. Da qui l’offensiva legale, con la Provincia che, ritenendo "del tutto infondata la pretesa avanzata", ha deciso di affidarsi a un legale di Parma. "Purtroppo la normativa nazionale ha vincoli diabolici, ma ritengo che quell’accordo decentrato fosse il migliore possibile. Comprendo il disagio dei lavoratori, non è una battaglia locale ma nazionale, il nostro sindacato sta cercando di cambiare la normativa" spiega Marzia Ilari, segretaria di Fp Cgil.

Matteo Marcello