
Valentina insieme alla mamma Fatima, ancora molto conosciuta a Santerenzo. La signora, scomparsa nell’aprile di 10 anni fa, era originaria della Guinea
Per qualche secondo gli amici e volontari di varie associazioni di mezzo mondo riuniti in una chat telefonica hanno potuto ascoltare la voce di Valentina Cirelli. Sono state poche parole affidate a un messaggio ma sufficienti per scaldare il cuore e far tirare un sospiro di sollievo. "Sto bene e ho mangiato, ci vediamo presto" ha ripetuto nel vocale indirizzato attraverso il suo avvocato alla comunità di amici che da anni seguono l’impegno di Valentina nel villaggio di Nhinquin a Varela un piccolo paese africano in Guinea Bissau fatto di capanne di legno affacciate sul mare dove Valentina ha deciso di vivere e lavorare. Investendo nel turismo senza trascurare però l’aspetto sociale. A una settimana dall’arresto eseguito da almeno 8 militari all’interno del suo villaggio turistico, l’imprenditrice lericina ha ricevuto la visita di un legale che fa parte della rete di attivisti impegnati come la 47enne nella difesa dell’habitat della zona in pericolo a causa delle escavazioni minerarie avviate da una compagnia cinese.
Anche la Farnesina ha avviato i primi contatti attraverso l’ambasciatrice italiana a Dakar con la quale ha avuto un colloquio telefonico e il corrispondente consolare a Bissau. Il fermo della donna sembrerebbe proprio legato alle manifestazioni di protesta, durante le quali sarebbe stato dato alle fiamme un escavatore della Gmg Mining Sarl. Ieri il sindaco del Comune di Lerici, Leonardo Paoletti ha avuto contatti con la Farnesina. "I canali diplomatici sono aperti e so che stanno operando con la massima attenzione – ha spiegato il primo cittadino – per cui ci auguriamo che la situazione possa essere risolta davvero a breve". A Lerici così come a Santerenzo dove Valentina è nata e torna almeno una volta all’anno c’è molta apprensione e vicinanza anche per le condizioni di salute del padre della donna.
Franco, 87 anni, da anni infatti vive con la figlia e si occupa della gestione del villaggio turistico Kassumayaku che significa “benvenuti“. Ed è proprio l’anziano genitore – la mamma Fatima che ancora in molti ricordano nel borgo di Santerenzo è mancata una decina di anni fa – a occuparsi della cucina proponendo ai turisti focaccia, pesto e altre specialità tipiche liguri e spezzine. Tra le amiche di una vita anche Cristina Brancasci sta cercando di aver costantemente informazioni. "Sarebbe molto importante – spiega – trovare un avvocato esperto di diritto internazionale per garantire un ulteriore supporto. Valentina è una persona straordinaria e non certamente una facinorosa. E’ una donna speciale da sempre impegnata a favore dei diritti e della giustizia e non è assolutamente una persona violenta. Ci scriviamo e l’ho incontrata un anno fa quando è tornata a Lerici per sbrigare alcune pratiche. Doveva anche rinnovare il passaporto". Valentina Cirelli Agwineriün, attivista e imprenditrice lericina ha 47 anni. Suo padre Franco per tanti anni ha svolto la professione del marittimo mentre la madre Fatima era proprio originaria della Guinea Bissau. Da una ventina d’anni Valentina, aiutata anche dai genitori, gestisce un villaggio turistico oltre a curare personalmente a Varela una scuola materna ed elementare aiutata da altri volontari. Nel villaggio di Varela da alcune settimane si sono susseguite manifestazioni contro la presenza di una multinazionale cinese che sta eseguendo escavazioni minerarie anche vicino alla spiaggia. Ne sono seguite iniziative di protesta e a quanto pare anche danneggiamenti denunciati dalle autorità della Guinea Bissau. "Valentina – prosegue l’amica Cristina – è stata prelevata nel suo villaggio mentre stava preparando l’accoglienza ai turisti in vista della Pasqua. Insieme a lei ci sono una quindicina di persone ma Valentina non c’entra nulla. E’ una figura di riferimento nella comunità e presidente dell’associazione Tchon Tchomano".
Massimo Merluzzi