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Renato Guttuso ’Ragazzi che cercano granchi’, 1949 Olio su carta intelata (Camec, raccolta Premio del Golfo)
di Chiara Tenca
LA SPEZIA
"Una lodevole iniziativa. Mi inorgoglisce che il Camec sia il protagonista e scelto non solo come location, ma che sia proprio un luogo in cui far dialogare gli artisti scelti da voi con quelli della nostra collezione civica". Così il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini esordisce, parlando di ’Pensieri d’artista’ e dell’evento che lancerà il libro e la mostra correlata in programma il 7 marzo dalle 18.30.
Cosa può dare agli spezzini, e non solo, il nuovo corso del museo?
"Ancora maggiore conoscenza, consapevolezza e orgoglio del patrimonio storico-artistico che è cifra di una città con una forte identità, che deve essere riconosciuta nel panorama nazionale: il nucleo storico delle collezioni del Camec si fonda sul ’Premio del Golfo’ che risale al 1933, concorso ideato da Filippo Tommaso Marinetti e Fillia. Ripensare la collezione civica, renderla permanente, valorizzare il premio, adibire altro spazio alle mostre temporanee va in più direzioni: guardare al Camec come il principale incubatore di arte contemporanea. Seguo con interesse il dibattito sulla ’cancel culture’: è un approccio che non mi appartiene. La cultura, qualsiasi essa sia, va studiata e contestualizzata. Per questo penso che siamo antitetici rispetto a un passato di politiche culturali che tenevano nell’ombra – e nel degrado – le mura ottocentesche, il rifugio antiaereo o il Parco della Rimembranza o i mosaici del Palazzo delle Poste di Fillia e Prampolini, sui quali l’amministrazione ha un progetto ben preciso di strettissima collaborazione con Poste Italiane per renderli fruibili 24 ore su 24".
Si sta delineando un’offerta storico-culturale a 360° in città?
"Un dato sorprendente: La Spezia, nel rapporto fra superficie della città e numero di musei ne conta più di Parigi. Vanno però messi a sistema, anche con quelli extra civici, traguardata la via della digitalizzazione attraverso anche tutte le opportunità che ci offre l’intelligenza artificiale. Parlerei di costruzione di una rete importante".
Anche con il Camec ci saranno mostre di grande richiamo?
"Già con ’Morandi e Fontana. Invisibile infinito’, che sarà inaugurata il 12 aprile, ci posizioniamo finalmente nel panorama nazionale, senza dimenticare che la curatela della mostra garantita da nomi del calibro di Maria Cristina Bandera, tra le maggiori studiose dell’arte del Novecento, curatrice delle indimenticabili antologie di Morandi al Metropolitan di New York e a Palazzo Reale, e di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, che ringrazio. Abbiamo già steso un cronoprogramma che va oltre il 2027, Tutti nomi di richiamo internazionale".
Come potrà migliorare ancora il museo?
"Performance di arti contemporanee, presentazioni di libri, magari di artisti emergenti, esposizioni temporanee, eventi accattivanti in avanguardia e in linea con le linee artistiche emergenti nazionali, rappresentazioni cinematografiche in collaborazione con il Cinema Odeon o teatrali con il Civico".
Gli spezzini, secondo lei, hanno fame di cultura o vanno abituati a fruirne maggiormente?
"Dipende dal menù: è necessario incrementare il numero degli eventi nei Musei Civici e nelle Biblioteche, anche alzando il livello ma focalizzandolo sull’appartenenza al proprio territorio. I numeri ci danno ragione su tutta la linea".
Il nuovo curatore del Camec Wolf ha auspicato una politica culturale in grado di attirare un turismo di qualità in un’intervista rilasciata al nostro giornale. Che ne pensa?
"Perfettamente in linea con il suo pensiero, e siamo già al lavoro per andare in questa direzione, anche insieme a Fondazione Carispezia e a tutte le istituzioni del territorio importanti, penso anche al Parco delle Cinque Terre e alle compagnie crocieristiche che hanno aderito al progetto di rilancio sul Camec".