Inaugurata la locanda del “Samaritano“ Accoglierà le persone in gravi difficoltà

In tanti hanno contribuito alla realizzazione del progetto che ha trovato spazio a Pegazzano. Don Palei: "Questo un luogo di ristoro"

Migration

"Lo portò in una locanda e si prese cura di lui". Questa la frase tratta dal Vangelo di Luca 10.34 scritta all’ingresso della Locanda Il Samaritano inaugurata ieri a Pegazzano. Ad aprire le porte del rifugio che accoglierà chi ne ha bisogno è stato Don Luca Palei, direttore della Caritas diocesana che ha espresso grande gioia per un’opera di questa portata: "Voglio esprimere tanta gratitudine per chi ha collaborato alla realizzazione di questo progetto, un luogo che deve essere di ristoro. Vi invito a vedere tutto questo come un insieme di storie che sono passate da qui, oggi questa è una sede di pace, un’opera segno che diventa stimolo, interrogazione e ci invita ad essere custodi degli altri. Credo sia bello coinvolgere tutti e chiedere ad ognuno di noi di mettersi in gioco per amare ed essere amati, è un sogno che si è realizzato oggi vince l’amore concreto verso il prossimo".

La Locanda ha al suo interno diverse stanze singole dotate di bagno e di spazi dove è possiible per gli ospiti tenere i propri oggetti. A progettarla l’architetto Francesco Frassinelli, che con una frase di Gino Strada ha evidenziato la necessità di offrire il meglio che si possa offrire agli altri. E per completare il progetto numerosi gli sponsor che si sono attivati: Sanlorenzo, Fondazione Carispezia, Iren, Fondazione San Venerio, Crédit Agricole, Crowdforlife, Famiglia Furlanetto Sammartano, Federfarma La Spezia, Cu-Riusando, Famiglia Mangini Parodi, Associazione Spedizionieri del porto di La Spezia, La Spezia Port Service, A.Spedo, Prèvia assicura, Gesta Società Benefit, Elsel, Logan srl e, come ha sottolineato Don Luca Palei, molte famiglie che hanno contribuito in anonimato o con l’8x1000. All’inaugurazione il sindaco Pierluigi Peracchini e il Vescovo Monsignor Palletti che ha benedetto la struttura ribandendo la necessità dell’accoglienza e della cura verso chi ne ha necessità. "Questa è un’opera che appartiene a tutti, chi ha messo il mattone grande e chi ha messo il mattone piccolo, ma lo spirito di mettere qualcosa è comune veramente a tutti, ma soprattutto è un’opera che viene incontro a esigenze spesso descritte di ordine pubblico, ma qui vogliamo sottolineare che sono esigenze della persona umana che è al centro dell’attenzione e questo è significativo per la rinascita".

E ha aggiunto – "Queste forze insieme sono compartecipi di un lavoro di sinergia che porta unità. Non si tratta di risolvere un problema, perché nessun fratello è mai un problema, ma ci permette di riscoprire noi stessi, fare carità significa fare del bene anche a se stessi".

G.M.