La Spezia, 7 maggio 2024 – E’ un terremoto politico quello che investe Spezia e la provincia. L’inchiesta della procura spezzina su presunti favori politici e tangenti ha dato il via all’inchiesta-madre che vede ai domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Ecco tutti gli aggiornamenti
Signorini, dallo scorso agosto a capo di Iren nominato dal sindaco di Genova Marco Bucci, è l'unico indagato finito in carcere. Il manager avrebbe beneficiato di una tangente in contanti di 15mila euro, 22 soggiorni in un hotel di lusso a Montecarlo (per un totale di 42 notti) comprensivi di giocate al casino', e servizi extra in camera, come "massaggi e trattamenti estetici", oltre al "posto tenda nella spiaggia della struttura alberghiera durante il periodo estivo", nonché eventi esclusivi. Signorini è accusato di aver speso fiches per giocate non quantificate e di averne ricevute altre da Spinelli, poi cambiate in contanti per 31mila euro.
Secondo l'ordinanza di applicazione delle misure cautelari nell'inchiesta che scuote la Liguria, tra dicembre 2021 e marzo 2023 Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorita' di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e attuale ad di Iren, avrebbe usufruito di benefit esclusivi, con la promessa di un incarico a Roma "con una segretaria in un bell'ufficio" da 300mila euro l'anno. Sono le presunte "utilità" del valore di quasi 100mila euro complessivi che sarebbero state ricevute in cambio dei favori fatti, quando era a capo dell'authority portuale, agli imprenditori Aldo Spinelli e Mauro Vianello. Emerge dalle circa seicento pagine dell'ordinanza.
"È gravissimo lo scenario che si sta delineando in queste ore e che ha portato agli arresti domiciliari per il presidente della Liguria Toti, per l'imprenditore portuale Aldo Spinelli e al carcere per l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini, che oggi è amministratore delegato di Iren".
A dichiararlo è l'europarlamentare Pd e candidato al Parlamento europeo Brando Benifei, che prosegue: "In attesa di ulteriori informazioni, quello che raccontano i giornali e le comunicazioni della procura è un inquietante e diffuso sistema di corruzione da Genova a La Spezia, con favori, tangenti e rapporti con clan mafiosi. Serve fare chiarezza al più presto per il bene della nostra Regione e dei liguri. Il quadro che emerge suscita profonda preoccupazione".
Matteo Cozzani è stato eletto per la prima volta nel 2013 sindaco di Portovenere. In precedenza aveva militato in Forza Italia e nel Popolo delle Libertà. Trentanove anni, ha studiato ingegneria. Originario di Porto Venere, ex vogatore del Palio del Golfo, la sua famiglia ha un'azienda nel campo della comunicazione e dei servizi. La trasmutazione da sindaco di uno dei borghi più belli della Liguria a uomo di fiducia del governatore arriva a cavallo delle regionali del 2020, quando Cozzani diventa coordinatore politico della lista civica 'Cambiamo!' per il governatore Giovanni Toti.
La Guardia di finanza, su delega del procuratore capo Patrono, è applicata alle indagini che riguardano fatti avvenuti nel periodo compreso tra il 2022 ed il 2024, quando secondo gli investigatori Cozzani, forte del solido doppio ruolo di sindaco e capo di gabinetto del governatore, avrebbe agevolato in vario modo gli imprenditori coinvolti in cambio di favori: in pratica, secondo le accuse, avrebbe fatto in modo che gli imprenditori in questione commissionassero lavori o forniture alle imprese della sua famiglia, rappresentate dal fratello Filippo Cozzani ma gestite, di fatto, anche da lui.
L'epicentro del terremoto che ha sconvolto il panorama politico della Liguria è alla Spezia, nel palazzo di Giustizia del quartiere Mazzetta. E' qui che tra le carte dell'inchiesta guidata dal procuratore capo Antonio Patrono e dalla sostituta Elisa Loris sui 'favori' dell'ex sindaco Matteo Cozzani ad alcuni imprenditori, spuntano le carte che portano alle indagini che vedono coinvolti tra gli altri il governatore Toti, l'ex presidente dell'authority Signorini, l'imprenditore Spinelli.
Dopo 4 ore e mezza Giovanni Toti ha lasciato la caserma Testero della Guardia di Finanza di Genova. Il presidente della Regione era a bordo di un'auto delle Fiamme gialle. Andrà agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Ameglia, in provincia della Spezia. Subito dopo è uscito anche l'imprenditore del porto Aldo Spinelli, che andrà nella sua abitazione, a Quarto.
Tra gli indagati ai domiciliari ci sono i fratelli Mirko e Raffaele Paletti. Sono accusati di presunta corruzione nell'ambito anche della costruzione della struttura turistica sull'isola di Palmaria. Chi sono
"Quanto emerso dalle indagini dell'inchiesta certifica un modo disgustoso di fare politica, volta solo alla gestione e alla spartizione del potere. La magistratura farà il suo corso rispetto alle singole responsabilità penali, oggi però si deve chiudere la stagione del centrodestra in Liguria. Toti si dimetta e ci siano subito nuove elezioni". Lo chiede in una nota il Partito Democratico della Liguria.
Ci sono anche il consigliere regionale Mimmo Cianci e il consigliere comunale genovese, Umberto Lo Grasso, tra i 25 indagati dalla Procura di Genova nell'ambito della maxi inchiesta per corruzione che ha portato, tra l'altro, all'arresto del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.
Cianci e Lo Grasso, entrambi della Lista Toti, si uniscono al consigliere regionale Stefano Anzalone, entrato in assemblea legislativa come esponente della Lista Toti e poi passato al gruppo misto. Lo Grasso è indagato per favoreggiamento, secondo le accuse aiutava i fratelli Testa a eludere le investigazioni per il reato di corruzione elettorale, avvisandoli di "non parlare al telefono" perché "stanno indagando".
Sei, invece, gli episodi di corruzione elettorale contestate al consigliere regionale Mimmo Cianci, presidente della commissione Territorio. Nel maggior parte dei casi, Cianci viene accusato di aver promesso l'affidamento di lavori in condomini da lui amministrati, in cambio dei voti per l'elezione al consiglio regionale nel 2020. Nella lista dei corrotti anche Luigi Mamone, ritenuto terminale ligure della 'ndrina Raso-Gullace-Albanese, nel frattempo deceduto. Sempre per ottenere voti alle regionali, Cianci avrebbe promesso anche posti di lavoro.
"Il presidente Toti dimostrerà la sua correttezza". Lo dice Ilaria Cavo, coordinatrice della Lista Toti, a proposito dell'inchiesta che coinvolge il presidente della Regione Liguria. "Confidiamo che il lavoro della magistratura potrà chiarire in breve tempo la sua posizione", ha poi detto Cavo.
Divieto di attività di impresa anche per Massimo Gianello, presidente del comitato della Borgate del Palio del Golfo della Spezia e della società partecipata del Comune di Lerici, Sviluppo turistico Lerici.
"Una coltre di vergogna su tutta la Regione, non posso che dichiarare un'indignazione e uno sgomento che spero diano voce a chi pensa ancora che possano esserci una politica diversa e un modo diverso di gestire il potere". Lo dice Roberto Centi, consigliere regionale Lista Sansa e presidente della Commissione regionale Antimafia. "Qui è in gioco una Regione intera - continua - e il modo in cui si pensa che i suoi cittadini abbiano diritto a vivere, liberi da una cappa che oggi appare con indecente chiarezza.
Lo ha detto in questi anni, quasi sempre da solo, in consiglio e fuori il nostro Ferruccio Sansa, cui va detto che aveva e avevamo ragione".
La Guardia di Finanza spezzina ha dato esecuzione a diverse perquisizioni tra Genova, Milano, La Spezia e Portovenere e al sequestro preventivo di
215mila euro, considerati profitto dei reati commessi.
Ecco le tre ipotesi di reato contestate ai dieci indagati dell'inchiesta spezzina: corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio.
Ai domiciliari finiscono anche il fratello dell'ex sindaco di Portovenere Cozzani, Filippo, imprenditore nel settore della segnaletica stradale e della vendita di bevande all'ingrosso, e i fratelli Raffaele e Mirko Paletti, noti imprenditori milanesi, amministratori di società che operano anche nel comune di Portovenere, di cui Matteo Cozzani è stato sindaco. Sono dieci le persone complessivamente destinatarie di misure cautelari emesse dal Tribunale spezzino.
Divieto di attività e impresa anche per Francesco Fiorino (legale rappresentante della Europa Park, società interamente partecipata dalla Camera di commercio della Spezia e nuovo membro del cda di Atc, la municipalizzata del trasporto pubblico), Giovanni Olcese e Ivan Pitto (imprenditori attivi nel settore pubblicitario). Pitto è anche presidente di Liguria international e membro del consiglio di amministrazione dell'Aeroporto di Genova. Identiche misure cautelari anche per Massimo Gianello, legale rappresentante del comitato della Borgate del Palio del Golfo della Spezia e della società partecipata del Comune di Lerici, Sviluppo turistico Lerici.
Ci sono anche il presidente di Confindustria nautica, Saverio Cecchi, e il direttore commerciale del Salone nautico di Genova, Alessandro Campagna, nell'elenco degli indagati per corruzione dalla Procura della Spezia, nell'ambito dell'inchiesta madre che ha portato, tra l'altro, agli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani. Per Cecchi e Campagna è scattato il divieto di attività di impresa e uffici esercitare professioni, imprese o uffici direttivi.
E' Matteo Cozzani il punto di contatto tra l'inchiesta spezzina e quella genovese. La procura della Spezia infatti ha trasmesso, per competenza, atti specifici sulla posizione dell'ex sindaco di Portovenere e attuale capo di gabinetto del governatore Giovanni Toti. A Cozzani, per il quale sia la procura della Spezia che quella di Genova hanno disposto gli arresti domiciliari, la procura spezzina imputa fatti avvenuti tra il 2022 e il 2024: tra gli altri episodi contestati le 'condotte' dell'ex sindaco per agevolare la realizzazione di uno stabilimento balneare sull'isola di Palmaria.