La ripartenza c’è, e si comincia a vedere. La filiera del wedding è fra quelle che hanno pagato il prezzo più alto della pandemia e per gli operatori del settore – organizzazione di matrimoni ed eventi, catering eccetera– la data del 15 giugno ora rappresenta la svolta. Con qualche nodo irrisolto, però. Come quello della competenza della verifica dei requisiti di ‘idoneità’ per partecipare alle cerimonie. Il decreto subordina infatti lo svolgimento di ricevimenti e banchetti all’ormai famoso green pass. Chi deve verificare che sposi e invitati siano vaccinati, in possesso di test negativi o attestati di guarigione dopo il contagio dal Sars Cov-2? "Il quadro è tutt’altro che chiaro - osserva Maurizio Salvi, titolare di Mstaff Catering, azienda spezzina specializzata in banqueting –. Le ipotesi che si fanno sono due, e cioè che la responsabilità spetti agli sposi o l’azienda di catering. Mi sembra assurdo. Quali strumenti ha l’organizzatore dell’evento per stabilire la conformità del green pass? Per ora non c’è chiarezza e la cosa non può che alimentare un clima di preoccupazione, allontanando i clienti e con essi la ripresa". Notizie più confortanti vengono invece dalle prenotazioni. "C’è voglia di tornare alla normalità il più presto possibile – afferma Salvi –. Mi è successo in diversi casi, ben tre in una settimana, che l’accordo sull’organizzazione di un matrimonio sia stato raggiunto senza neppure un incontro"
F. A.