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Cronaca

Brutale aggressione in ospedale, infermiere spinte e buttate a terra. Una ha perso i sensi

E’ accaduto nel pronto soccorso alla Spezia. Il Nursind: “La politica intervenga, nei capoluoghi serve la presenza dell’esercito”

Follia al pronto soccorso. Aggredite due infermiere

La Spezia, 6 aprile 2024 – Brutale aggressione nel pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea alla Spezia. Due infermiere sono state ferite da un uomo che si trovava nella sala d’aspetto della struttura. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo – in attesa di essere visitato – avrebbe cominciato a dare in escandescenze contro una parente che lo aveva accompagnato.

Ad assistere alla scena, oltre ad alcune persone, anche due infermiere, che non hanno esitato a intervenire per cercare di riportare la tranquillità. Ma l’uomo avrebbe reagito violentemente, scaraventando a terra un’operatrice e schiaffeggiandone un’altra. Le forze dell’ordine hanno poi ristabilito la calma. Una, nella caduta a terra ha subito un forte trauma cranico: dopo essere stata sottoposta agli accertamenti diagnostici, è stata ricoverata nel reparto di Medicina d’urgenza del Sant’Andrea. L’altra infermiera aggredita dall’uomo è stata invece trasportata al pronto soccorso del San Bartolomeo di Sarzana per una visita oculistica. 

“Al Sant’Andrea si è davvero sfiorata la tragedia. Le aggressioni al personale infermieristico rappresentano un’emergenza nazionale che richiede un intervento risolutivo da parte della politica”. Batte i pugni sul tavolo il sindacato Nursing Up dopo il pomeriggio di follia al pronto soccorso dell’ospedale di La Spezia, dove due infermiere sono state brutalmente aggredite da un uomo che si trovava in sala d’aspetto. Secondo il sindacato, quel che è accaduto rappresenta “il più grave e brutale episodio degli ultimi tempi”. “Il problema - è la denuncia, - è che da una nostra indagine emerge che le forze dell’ordine sono presenti solo dalle 8 alle 14 e che pertanto il personale sanitario è letteralmente abbandonato a se stesso nelle ore pomeridiane, mentre la notte c’è una guardia giurata, che non ha però lo stesso ‘potere di azione’ di un poliziotto”.

L’uomo protagonista del fattaccio, “in preda alla follia”, ha colpito ad un occhio una prima infermiera. La seconda, “nel tentativo di difendere la collega”, è stata “spintonata con una brutalità tale da cadere a terra, battendo la testa e perdendo i sensi”. La tac parla chiaro: la professionista, spintonata contro il guard rail dall’uomo, all’esterno del pronto soccorso, ha riportato una commozione cerebrale ed una perdita della memoria, limitatamente al momento dell’aggressione. “Per fortuna dagli esami non sono emerse lesioni interne”, tira un sospiro di sollievo Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.

“Come sindacato infermieri e professioni sanitarie siamo stanchi e indignati - prosegue -. Accade sempre più spesso, come ci dicono le drammatiche percentuali, che le infermiere siano vittime di aggressioni. Il 70% dei casi riguarda proprio loro! Sono bersagli facili, perché più deboli e incapaci di difendersi”. Dal 2019 il sindacato ha fatto oltre 200 note di denuncia, oltre ad una campagna di sensibilizzazione insieme all’Oms.

E la politica? “Ciò che finora hanno fatto i governi si è rilevato inefficace e a tratti fallimentare - accusa De Palma -. E’ pur vero che un recente decreto legislativo consente oggi il procedimento d’ufficio contro chi aggredisce un professionista sanitario, ma siamo sempre di fronte a provvedimenti che agiscono a violenza avvenuta. In questo caso è doveroso ricordare il lacunoso piano del Ministero degli Interni, pronto un anno fa a proclamare con squilli di tromba la revisione e l’aumento dei presidi delle forze dell’ordine negli ospedali. Ci risulta, e siamo pronti ad essere sconfessati in caso contrario, che ad oggi non esista un solo ospedale italiano dove gli agenti sono presenti h24 e soprattutto negli orari notturni. A questo punto chiediamo un intervento immediato del Viminale e, se occorre, negli ospedali delle città capoluogo, pretendiamo da subito la presenza dell’esercito. Cosa aspetta la politica per intervenire, cosa deve accadere la prossima volta? Vogliamo davvero diventare il primo Paese europeo dove un professionista sanitario, aggredito da uno sconosciuto, magari infuriato per i ritardi e i disservizi di un pronto soccorso, arriva a perdere addirittura la vita?”.