
Anche le coste spezzine saranno mappate per capire quanto impatterà l'innalzamento dei mari
La Spezia, 5 settembre 2023 – La scienza lo ha certificato ormai da tempo, la linea di costa sta ’affondando’ gradualmente e inesorabilmente portando con sé, di qui alla fine del secolo quando il mare si alzerà di circa 80 cm, per prime le zone umide e le aree di retro spiaggia, le più esposte assieme alle infrastrutture marittime a ridosso del mare: dighe, moli, scogliere, porti, ma anche insediamenti industriali, vie di comunicazione, strutture turistiche e residenziali.
Qual è il grado di rischio delle nostre coste e, soprattutto, quali i tempi e l’evoluzione di un fenomeno che ha radici lontane, ma neppure troppo?
Sono alcune delle risposte che verranno dall’Enea con lo sviluppo di un nuovo servizio in grado di mappare le aree a rischio inondazione indotto dal cambiamento climatico. Il nuovo servizio – affidato a un team di ricercatori composto da climatologi, esperti Gis (il sistema informativo geografico che crea, gestisce e analizza ogni genere di dato), oceanografi e geologi - fornirà a decisori pubblici, amministrazioni centrali e locali, le tendenze evolutive del territorio, in modo da pianificare le strategie di adattamento al cambiamento climatico. Risposte verranno anche per Spezia e il suo litorale.
Dopo quelle di Follonica-Piombino e Marina Di Campo in Toscana, Fertilia-Alghero in Sardegna e Parco nazionale del Circeo nel Lazio, sono infatti in via di definizione anche le mappe delle coste spezzine, di Roma, Napoli, Brindisi, Taranto e Cagliari.
Quanto ci vorrà per vedere rappresentato nero su bianco l’andamento del rischio-mare alle nostre latitudini? Lo abbiamo chiesto a uno dei più autorevoli e qualificati studiosi della materia, Gianmaria Sannino, responsabile della divisione riduzione degli impatti antropici e climatologo dell’Enea.
Uno scenario non proprio rassicurante quello disegnato dallo studioso. "Spezia – dice – è inserita nel quadro delle nostre priorità ed entro fine anno la mappatura delle aree costiere a rischio sarà pronta".
Il problema ovviamente è di dimensioni planetarie, ma il nostro litorale presenta significativi elementi di criticità.
"La Spezia e la Liguria saranno inevitabilmente impattate dal livello del mare, ci sono infatti infrastrutture critiche come il porto ma anche centrali per la produzione di energia, infrastrutture stradali e ferroviarie. Senza contare – aggiunge Sannino – il settore turistico, con i suoi insediamenti e le spiagge, spesso oggetto di ripascimento senza controllo a monte. Anche perché, anche dal punto di vista economico, si tratta di interventi che oggi valgono x, ma fra qualche anno la situazione potrebbe essere molto più complessa e onerosa. Insomma serve un’attenta valutazione del rapporto costi benefici. Cosa diversa sono le infrastrutture, come le ferrovie, per le quali occorre guardare più a lungo termine".
Enea, con il nuovo servizio, che contributo può dare? "Con questo strumento possiamo spingerci più in là rispetto alla previsione del servizio meteo. Previsione infatti è cercare di capire quello che succederà indipendentemente da noi, la proiezione si riferisce invece a fenomeni condizionati dal comportamento umano e con essa abbiamo disegnato diversi scenari climatici. Il primo, quello più vicino a noi, chiamato 8.5, prevede un aumento della temperatura di tre gradi centigradi, di cui uno, però, ce lo siamo già mangiato. Enea ha preso in considerazione la prospettiva di un innalzamento del mare per effetto dell’espansione termica. Il livello del mare è una delle variabili più delicate e anche più compromessa. A spanne possiamo dire che il livello sale per due motivi, perché si aggiunge acqua dai ghiacciai e, per il restante 40%, per effetto dell’espansione termica, legata all’accumulo di calore, il 90% del quale viene assorbito proprio dagli oceani. L’espansione è lenta e anche se spegnessimo tutte le industrie, oggi il livello del mare continuerebbe a salire. L’altro problema è invece quello della terra che si abbassa, la subsidenza, un fenomeno che oggi possiamo studiare nel dettaglio grazie all’enorme mole di dati forniti da Copernicus (il programma di osservazione della Terra dell’Ue, ndr.)".
Cosa si può fare per affrontare i foschi scenari futuri? "Abbiamo un vantaggio, la conoscenza, che ci consente di non gettare la spugna ma di fare in modo che l’avanzamento del mare rallenti lavorando sulla mitigazione. E maggiori sono gli sforzi a livello globale minore sarà l’impatto a livello locale".