Leonardo spinge sull’acceleratore delle alleanze internazionali consolidando le collaborazioni strategiche su larga scala in funzione della creazione di un gruppo di difesa europea col rafforzamento delle sinergie nel campo dell’elettronica terrestre. È notizia delle ultime ore che il colosso nazionale della difesa ha stretto in questo senso un’importante alleanza con Knds, il gruppo (con sede ad Amsterdam) nato dall’aggregazione di Krauss-Maffei Wegmann e Nexter, due dei principali produttori europei di sistemi terrestri militari con stabilimenti in Germania e Francia.
Sulle ricadute spezzine, dal gruppo italiano non trapelano dettagli. E’ un fatto però che il co-direttore generale di Leonardo Lorenzo Mariani alla recente inaugurazione del Polo della subacquea abbia parlato di scenari di crescita per Oto Melara, le cui prospettive, ha detto, "sono di tornare ai volumi di produzione storici di tanti anni fa". Aggiungendo: "Stiamo già pensando a come accomodare tutto il lavoro che ci aspettiamo di avere su questo sito. Di capannoni ne sono già stati riattivati più di uno e secondo me non è finita qua". Leonardo e Knds, di concerto con il Ministero della Difesa Italiano, con l’intesa puntano a consolidare la collaborazione industriale implementando programmi di collaborazione tra le nazioni europee attraverso il rafforzamento delle proprie basi industriali e lo sviluppo della futura generazione di piattaforme per veicoli blindati, tra le quali l’Mgcs (Main Ground Combat System). L’intesa, precisano Leonardo e Knds "è in linea sia con la strategia definita dal ministero della Difesa nel documento programmatico 2023-2025, sia con il piano di azione dell’accordo recentemente siglato dai governi di Italia e Germania". I due partner si accordano in sostanza per l’implementazione congiunta del programma di approvvigionamento del Main Battle Tank (Mbt), il carro da combattimento basato sul Leopard 2 A8. Questo significa che le aziende collaboreranno nello sviluppo, nella costruzione e nella manutenzione del Leopard 2 A8 per l’Esercito italiano, oltre che nelle piattaforme di supporto. L’obiettivo? Accrescere le capacità di produzione e sviluppo in Italia e di utilizzarle per futuri progetti europei e di export.
Quali le reazioni dal fronte sindacale spezzino? "L’accordo è un importante passo avanti, certo, rispetto a quando si parlava di possibile cessione degli stabilimenti – osserva Graziano Leonardi, segretario Uilm –, e darà probabilmente lavoro per anni, grazie a una maggiore produzione di carri armati e altri armamenti. Ma il futuro cosa riserva per quello che riguarda la ‘testa’ del gruppo, la ricerca e la progettazione? La produzione si può fare ovunque, resta da vedere come e quanto si intenda tenere in considerazione Oto Melara, che rappresenta un importante valore aggiunto. Il gruppo ha in mente scelte diverse, ed eventualmente quali? Sugli scenari che verranno è difficile, ora, pronunciarsi. Come sindacati dovremo vigilare".