La battaglia di Vallestrieri. Il Parco frena sul progetto

Landini: "Nella zona di conservazione è vietata la trasformazione del bosco". Il piano sarà sottoposto a valutazione di incidenza. Domani la manifestazione.

La battaglia di Vallestrieri. Il Parco frena sul progetto

Landini: "Nella zona di conservazione è vietata la trasformazione del bosco". Il piano sarà sottoposto a valutazione di incidenza. Domani la manifestazione.

La petizione, lanciata due settimane fa sulla piattaforma Change.org, ha già sfondato il muro delle 2600 firme. Il progetto urbanistico operativo presentato da privati e approvato dal Comune di Lerici, per la riqualificazione di un’area di pregio a Vallestrieri, nella quale dovrebbero sorgere attività ricettive, continua a far discutere. Dopo il niet degli ambientalisti, anche il Parco di Montemarcello Magra è intervenuto a gamba tesa sulla vicenda, facendo intendere che nulla è stato ancora deciso e che anzi, il progetto passerà necessariamente dall’esame della valutazione di incidenza. "Degli 11,8 ettari circa interessati dal progetto, 7,4 si trovano all’interno della Zona speciale di conservazione nella quale, secondo la Direttiva Habitat, ricadono aree di notevole pregio naturalistico definite sulla base dei dati ambientali oggi disponibili – spiecifica la presidente Eleonora Landini –. Era già stato detto che il progetto è attualmente compatibile con il Piano di Parco, ma il Piano è datato anno 2001, quando la Zona speciale di conservazione non esisteva (il provvedimento di istituzione è del 2006; ndr). Il Parco gestisce l’area protetta ma è anche ente gestore della Zsc dall’anno 2009 e per questo ha l’obbligo di applicare in queste aree direttive e regolamenti comunitari, che fra l’altro rappresentano norme sovraordinate allo stesso Piano del Parco.

Il Piano di Parco ha bisogno di una revisione, che attualmente è in corso di definizione, dalla quale scaturirà il nuovo Piano di parco integrato che ha anche lo scopo di eliminare le situazioni come quella che si sta verificando a Vallestrieri dove la classificazione dell’area nel Piano non corrisponde ai valori ambientali presenti nella Zsc; anche in considerazione del fatto che le norme comunitarie sono prevalenti e che la tutela ambientale rappresenta una funzione propria dei Parchi". Insomma, una vicenda tutt’altro che chiusa, per la quale la presidente Landini specifica che "indipendentemente dall’aggiornamento del Piano del Parco il progetto Vallestrieri, in riferimento alla Zsc, verrà sottoposto a valutazione di incidenza; le misure di conservazione approvate per le Zsc vietano la trasformazione del bosco. Vallestrieri certamente non rientra nelle aree cosidette degradate, ed è sicuramente inopportuno lasciare intendere che il degrado si risolva edificando. Il ripristino delle aree naturali in cattivo stato di conservazione – aggiunge Landini – rappresenta l’obiettivo del nuovo regolamento europeo sul ripristino della natura, e certamente l’edificazione non è contemplata come soluzione. Anzi entro il 2030 tutti gli Stati membri dovranno contribuire all’impegno di piantare almeno tre miliardi di nuovi alberi nel territorio dell’Unione".

Domani, alle 10.30 con ritrovo presso la chiesa della Serra, si terrà la passeggiata per Vallestrieri, organizzata dai circoli di Legambiente, dal ’Comitato Vallestrieri’ e da “Lerici da difendere”. Una manifestazione cui aderirà anche il Pd, che con la segretaria del circolo di Lerici San Terenzo, Aurora Minichini, e la referente Ambiente della segreteria provinciale, Renata Angelinelli, interviene nuovamente sull’argomento. "Invece di valorizzarla come patrimonio collettivo, si è deciso di venderla a un privato per una riqualificazione che appare come un’opportunità di sviluppo per pochi, escludendo la comunità da una corretta fruizione. Il nuovo piano del Parco, in via di approvazione, ha proposto di riclassificare l’area di Vallestrieri riconoscendone l’importanza naturalistica. Proteggere queste aree non è solo un obbligo normativo, ma un dovere imprescindibile sia per la loro importanza ecologica sia alla luce della crisi climatica che stiamo attraversando. Riteniamo difficile – dicono Minichini e Angelinelli – immaginare come questo progetto possa conciliarsi con gli interessi della comunità lericina. Non sarebbe stato meglio recuperare l’area con finanziamenti pubblici, attraverso un restauro conservativo?Si tratta di un intervento fondamentale per il turismo locale?".

Matteo Marcello