REDAZIONE LA SPEZIA

La casa? Nel magazzino "È abusiva, demolite tutto"

Camera e cucina realizzate dal titolare di un bar nel fondo sotto il locale. Tra le opere anche una scala che dava accesso al piano superiore.

Ha trasformato in un’abitazione il magazzino situato sotto al proprio bar, con tanto di scala che dalla cabina armadio del fondo portava direttamente al locale pubblico. Questioni di necessità, quelle a Levanto che hanno portato un titolare di un bar del paese a trasformare il magazzino in abitazione, ma che si sono scontrate con le norme che impediscono cambi di destinazione e abusi edilizi: così, l’uomo è finito nel mirino del Comune, che gli ordinato di demolire entro i prossimi novanta giorni tutte le opere abusive realizzate nel magazzino, e di ripristinare lo stato dei luoghi.

L’ordinanza della responsabile del servizio tecnico e urbanistica del Comune rivierasco, è stata vergata e notificata nei giorni scorsi, con il titolare del bar che ora potrà impugnare il provvedimento al tribunale amministrativo regionale, oppure rispettare l’ordine comunale, distruggendo le opere costruite per adattare ad abitazione quel fondo. Tutto è iniziato pochi mesi fa, al termine del lockdown, quando a palazzo civico viene inviato un esposto in cui si invita il Comune a fare un sopralluogo in quel palazzo che ospita il bar. Una segnalazione circostanziata che porta, il 26 giugno scorso, gli addetti comunali alla verifica sul campo. In quell’occasione, viene scoperto l’abuso edilizio: in un fondo accatastato con categoria C2, il barista aveva realizzato numerose opere interne volte a cambiare in residenza l’effettiva destinazione d’uso dell’immobile. All’interno di quel locale erano state infatti realizzate la cucina, un locale adibito a soggiorno e camera, un bagno, e persino una cabina armadio dalla quale si poteva accedere, attraverso una scala, direttamente al bar ubicato al piano superiore.

Immediato è scattato il procedimento amministrativo finalizzato a indagare la situazione, con gli uffici comunali che, trascorsi inutilmente i quindici giorni entro i quali l’uomo avrebbe potuto presentare memorie difensive, sulla base della documentazione amministrativa e catastale hanno vergato l’ordinanza di demolizione, dando novanta giorni di tempo al commerciante per adempiere all’ordine comunale. Qualora l’uomo decidesse di non ottemperare a quanto disposto dagli uffici, il fondo oggetto delle opere abusive potrebbe essere acquisito al patrimonio comunale, e le opere di demolizione eseguite dal comune a spese dello stesso commerciante, così come prevede la legge.