REDAZIONE LA SPEZIA

La Città metropolitana perde il ricorso al Tribunale delle imprese

La Città metropolitana perde il ricorso al Tribunale delle imprese

La cessione di quote di partecipazione fra aziende del trasporto pubblico fu legittima e regolare: lo ha deciso il Tribunale delle Imprese di Milano, chiamato a pronunciarsi sulla causa promossa dalla Città Metropolitana di Genova, che chiedeva la nullità degli atti con cui nel 2016 avvenne il passaggio di una quota di capitale rilevante di Atp Esercizio da Smc – società spezzina ‘costola’ di Atc Esercizio – ad Autoguidovie Italiane, colosso privato che si occupa della gestione dei trasporti pubblici in diverse province d’Italia. La sentenza è di pochi giorni fa, e prende le mosse dall’affondo giudiziario avanzato dalla Città Metropolitana che ha chiesto di dichiarare la nullità del passaggio di quote di capitali della società pubblica di trasporti del Tigullio, Atp Esercizio – circa 730mila euro, pari al 48,46% – ottenute in sede fallimentare da Smc quale corrispettivo di un credito vantato proprio nei confronti di Atp Esercizio (a sua volta partecipata di Amt, che gestisce il trasporto pubblico nella provincia di Genova) e cedute dall’azienda spezzina ad Autoguidovie Italiane. Una pretesa, quella dell’ente che rappresenta i Comuni del Genovesato e del Tigullio, motivata dall’impossibilità di procedere ad una fusione societaria che avrebbe migliorato il servizio – fusione, quella tra Amt e Atp, che in realtà fu successivamente portata a termine – ma anche da presunte questioni di illegittimità legate al passaggio delle quote, che sarebbe stato contrario alle raccomandazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione in quanto effettuato senza l’espletamento di una gara pubblica. Un’affondo che ha visto la costituzione in giudizio delle due aziende con i legali – la Smc era assistita dall’avvocato spezzino Pier Giorgio Leoni (in foto), Autoguidovie Italiane da Ricardo Maria Zanchetta e Monica Olivieri – che hanno eccepito non solo il difetto di interesse della Città metropolitana ad agire per chiedere la nullità degli atti stipulati tra le due aziende ma hanno dimostrato nel merito l’infondatezza delle pretese dell’ente. Il Tribunale, nell’accogliere l’eccezione di carenza di interesse, ha dichiarato inammissibile l’azione della Città metropolitana, condannandola a pagare le spese di lite per 15mila euro.

mat.mar.