La forza di cambiare il mondo. L’esempio dell’operaio Grassi: "Maestro del vivere collettivo"

Questa sera alle 21 al circolo Arci di Battifollo la consegna del Memorial XXIX Novembre. Così Pagano ricostruisce la figura e l’eredità del sindacalista: "Un archivio da valorizzare".

La forza di cambiare il mondo. L’esempio dell’operaio Grassi: "Maestro del vivere collettivo"

La forza di cambiare il mondo. L’esempio dell’operaio Grassi: "Maestro del vivere collettivo"

Un tour fra Sarzana (oggi alle 21 al circolo Arci di Battifollo), in occasione della consegna ai familiari del Memorial XXIX Novembre da parte del comitato territoriale Arci Val di Magra, Lerici (2 dicembre ore 16.30, Sala Unitre in via Gerini) con lo storico Luca Borzani, e Genova (5 dicembre ore 17.30, circolo Arci lo Zenzero) con il segretario regionale Cgil Maurizio Calà. Dino Grassi rivive nelle tappe dedicate al libro che ne racchiude la testimonianza, a cura di Giorgio Pagano, ’Io sono un operaio. Memoria di un maestro d’ascia diventato sindacalista’ (Ets edizioni).

È lo stesso Pagano ad introdurci alla sua figura e all’opera. "Operaio del cantiere del Muggiano alla Spezia, per oltre dieci anni segretario della commissione interna, fu poi consigliere regionale Pci, assessore comunale a Sarzana e assessore provinciale. Nato a Massa, si trasferì subito con la famiglia a Pozzuolo di Lerici e trascorse la giovinezza a San Terenzo, per poi radicarsi a Sarzana, dove è vissuto fino alla morte. La ’Memoria’ ne annota la vita lavorativa al Muggiano tra il ’40 e il ’80. Il testo fu scritto nel 1995 su richiesta della Cgil, ma restò nel cassetto ed è arricchito da un’intervista che gli ho fatto nel 2023, una sezione di immagini e la mia postfazione ’Un’idea compiuta di moralità’, riportati sul sito della casa editrice".

Che ne è dell’eredità di Grassi, a poco tempo dalla sua scomparsa?

"L’archivio è molto importante per la storia del mondo del lavoro alla Spezia: il mio auspicio è che l’Istituto spezzino per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e la Cgil si impegnino nella sua sistemazione, affinché sia consultabile per studi e ricerche".

Grassi non è riuscito a vedere l’opera completata.

"Mi ha sempre chiesto di pubblicare la ’Memoria’ in forma anonima. Gli ho sempre risposto che bisogna omaggiare i maestri e che le nuove generazioni devono conoscere le storie delle persone che hanno provato a cambiare il mondo. E che sarebbe stata, come lui voleva, non solo la storia di una persona, ma anche di una comunità operaia. Un’epopea corale".

Da dove deriva il titolo?

"È una sua frase: ’Ho fatto il consigliere regionale, ma io sono un operaio del Muggiano’. Continuò a esserlo anche quando era in Regione. Emerge una forte connotazione morale. ’Gli operai mi hanno insegnato come vivere’ diceva".

’Uomini sì, bestie no": lo gridavano gli operai del Muggiano. Come si inseriva Grassi in questo quadro?

"Antagonismo al capitale, amore per il lavoro buono, critica al lavoro sfruttato, importanza del salario, ma anche del sapere: Grassi suonava il violino e studiava di notte per fare la scuola di corrispondenza".

Qual è la lezione di Grassi e della sua opera?

"Oggi possiamo dire che della sua storia rimane uno stile, modesto e probo, di concepire la vita come cammino collettivo. La ’Memoria’ invita a indagare su un problema irrisolto della politica e della cultura della sinistra. Grassi e i suoi compagni sono stati sconfitti, ma non avevano tutti i torti, però i vincitori non sono andati molto lontano, perché non avevano ragione".