A volte, le opere che si mandano in stampa sono qualcosa in più di un semplice libro. Come in questo caso: perché le 164 pagine che compongono ‘Il paesaggio. Dialogo tra fotografia e parola’, sono un atto d’amore, un ricordo, un filo spezzato che si riannoda. Il sottotitolo è ‘Un tributo a Pietro Greco’ e spiega l’intento con cui il volume, curato dallo spezzino d’adozione Roberto Besana e pubblicato da Töpffer (Oltre edizioni) è stato ideato e realizzato. Primo particolare: si tratta di un lavoro corale, fatto da 65 fotografie abbinate ad altrettanti contributi firmati da amici, colleghi, studiosi, scienziati, divulgatori. Un’opera fatta di scatti che vanno a braccetto con le voci ed i pensieri di coloro a cui "è stata data in prestito la penna di Pietro, scomparso a dicembre dello scorso anno", spiega Besana. Che con il giornalista scientifico, da lui definito "amico vero" avrebbe dovuto firmare la seconda pubblicazione consecutiva in tandem, seguito ideale di ‘L’albero – Dialogo tra fotografo e scrittore’.
L’idea di realizzare un’opera sul paesaggio, da spiegare nelle sue accezioni più diverse, era pronta, così come gli scatti realizzati da Besana, otto dei quali nello Spezzino. Cento, poi ridotti a 65 come gli anni di Greco, scelti da altrettante persone, compresi liguri o autori che vivono nella nostra regione: Marco Buticchi, Silvano Fuso, Beppe Mecconi, Nello Rossi, Leonardo Tunesi, a cui si sono unite tante altre voci, come quelle di Francesco Aiello, Piero Angela, Silvia Bencivelli, Lorenzo Cicalese, Piergiorgio Oddifreddi, solo per fare qualche nome. "Ognuno ha elaborato un pensiero diverso, dando la sua interpretazione di un paesaggio diverso, partendo dallo scatto indicato. Il risultato è un volume eclettico, in cui storie personali si riallacciano a quanto visto, oppure si riflette sulle sensazioni che ciò che ci circonda restituisce, o ancora si pensa all’impronta dell’uomo sulla Terra, ricordando che ormai il 70% di essa non può esser considerato naturale. Entusiasta la partecipazione, così come a molti è dispiaciuto non esser inseriti" commenta Besana. In questa successione di immagini, prive di didascalia, luogo e data, per osservarle in un’accezione universale trasformandole in tanti paradigmi, si realizza la magia di potersi affacciare sul mondo. Guardando ad una persona che, in qualche modo, continuerà ad esserci.
Chiara Tenca