
La guerra dei rifiuti. Lerici non si arrende. Ricorso in Cassazione
È destinata a finire davanti ai giudici della Corte di Cassazione la ’guerra dei rifiuti’ che da anni vede contrapposti il Comune di Lerici, la Provincia, e Iren. Il Comune guidato da Leonardo Paoletti ha infatti deciso di rilanciare su una vicenda che dura ormai da sei anni: era il 2018 infatti quando l’amministrazione comunale tentò di assegnare in proprio il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, non riconoscendo la gestione in house portata avanti da Iren. Ne nacque un fuoco incrociato di ricorsi amministrativi, tra cui quello dell’ente comunale, proposto per l’annullamento della delibera con cui la Provincia aveva aggiornato il piano d’area per la gestione integrata dei rifiuti, indicando Acam Ambiente quale gestore del servizio in house fino al 31 dicembre 2028 anche per il Comune di Lerici. Circostanza, quest’ultima, che l’amministrazione non ha mai digerito: come si ricorderà, nell’ambito dell’acquisizione delle società di Acam da parte di Iren, il Comune di Lerici fu tra gli enti che decisero di vendere immediatamente la propria partecipazione nell’allora multiutility spezzina, uscendo definitivamente dal capitale aziendale e avviando le pratiche per affidare in proprio la gestione del servizio, nella convinzione che fosse ormai venuta meno la gestione in house. Una visione, quest’ultima, che ha scatenato a sua volta una vera propria guerra incrociata a colpi di carte bollate. Il Tribunale amministrativo regionale nell’ottobre del 2019 rigettò il ricorso proposto dal Comune di Lerici, che tuttavia decise di rilanciare immediatamente, proponendo appello al Consiglio di Stato.
In quella sede, fu chiamata in causa dai giudici romani anche la Corte di Giustizia dell’Unione europea, che sposando la tesi comunale aveva ritenuto ostativa al diritto dell’Unione Europea la normativa interna italiana. Tuttavia, il Consiglio di Stato nel novembre dello scorso anno, entrando nel merito della vicenda, bocciò l’appello proposto dal Comune, sostenendo come l’affidamento in house della gestione del ciclo integrato dei rifiuti sul territorio comunale di Lerici fosse legittimo non solo nel momento in cui fu originariamente disposto, ma anche dopo il venir meno della partecipazione del Comune in Iren, società diventata affidataria del servizio a seguito dell’acquisizione di Acam Ambiente. "Tutta la procedura di gara diretta alla individuazione dell’operatore economico con il quale la società Acam avrebbe dovuto aggregarsi si è conclusa quando il Comune di Lerici era ancora socio di Acam. Il fatto che, successivamente all’operazione, il Comune abbia venduto le proprie azioni e non abbia acquisito le azioni Iren non è elemento idoneo a far venir meno i presupposti per la prosecuzione del servizio da parte dell’operatore individuato a seguito dell’operazione – scrissero i giudici nella sentenza –. Al momento dell’individuazione di Iren come soggetto aggregatore, Lerici faceva ancora parte della compagine societaria di Acam, mentre al momento della dismissione del pacchetto azionario da parte del Comune, quest’ultimo aveva già perduto la competenza in ordine alla gestione del servizio, attribuita alla Provincia".
Di pochi giorni fa la decisione del Comune di rilanciare ancora: due le strade che percorrerà la giunta comunale, la prima porta verso il ricorso al Consiglio di Stato per la revocazione della sentenza emessa dallo stesso Consiglio lo scorso novembre, la seconda porta ancora a Roma, ma alla Corte di Cassazione, dove sarà impugnata la medesima sentenza. Una decisione che, come si legge dalla delibera di giunta, è stata assunta dal Comune all’esito "delle valutazioni tecniche" e delle "considerazioni espresse dal parere legale" richiesto dagli uffici.
Matteo Marcello