Sulla carta l’intesa è stata trovata, ma dietro all’unione di intenti faticosamente ottenuta si celano malumori che rischiano ancora una volta di spaccare le Cinque Terre. Sull’aumento del Cinque Terre Express imposto da Regione Liguria, arriva dopo mesi il primo documento ufficiale firmato da tutti i Comuni delle Cinque terre e dal Parco. Una lettera di cinque pagine che verrà inviata al presidente regionale Giovanni Toti e all’assessore ai Trasporti Augusto Sartoni, in cui si chiedono modifiche sostanziali al piano approvato alla fine di dicembre: in primis, una riduzione dei gironi di alta affluenza, quelli in fascia rossa, sulla base di quanto già indicato dal Parco alla fine di novembre, ma anche una riduzione dei giorni di media affluenza (fascia gialla) fino a un massimo di 25, e la non applicazione delle tariffe maggiorate dalle 17 alle 6 del giorno seguente. Chiesti anche maggiori servizi per tutti i residenti delle Cinque terre, come il rilascio di una carta ferroviaria che permetta di viaggiare gratuitamente sulla tratta Levanto-La Spezia in ogni periodo dell’anno, lo sconto del 50% sugli abbonamenti mensili o annuali relativi ad altre tratte all’interno del territorio ligure, e l’aumento delle corse tra le Cinque Terre, La Spezia e Genova. Per i turisti che soggiornano nei Comuni delle Cinque terre, la richiesta è di mantenere le tariffe del 2023, mentre per ai parenti sino al terzo grado, non residenti in Liguria, dei residenti nei Comuni delle 5 Terre, così come per i proprietari di seconde case non residenti in Liguria e ai loro nuclei famigliari, viene chiesta l’applicazione delle stesse tariffe previste per i residenti. Tariffe, queste ultime, chieste anche per
il personale delle aziende di tutti i settori, nonché ai collaboratori domestici e familiari, che svolgono la loro attività lavorativa nei Comuni di Monterosso, Vernazza e Riomaggior, e per i lavoratori autonomi titolari di imprese con sede operativa nelle Cinque Terre.
Sul fronte economico, viene chiesto anche di aumentare l’ormai famoso indennizzo ’promesso’ da Regione Liguria: non 500mila euro, come ipotizzato dalla Regione, ma 1, 25 milioni a ciascuno dei tre Comuni delle Cinque Terre, con le somme che sarebbero poi destinate al miglioramento dei servizi turistici, urbanistici, territoriali, ambientali e sociali. Sul fronte della gestione dei flussi, gli enti locali hanno chiesto non solo la creazione – con l’ausilio della Prefettura – di un tavolo per la sicurezza, in cui "tutte le parti interessate si impegnano, ciascuno per le proprie competenze, ad adottare misure e iniziative per garantire la sicurezza e l’incolumità pubblica in riferimento a eventuali rischi che possano essere rilevati e da gestire nelle Cinque Terre", ma anche il supporto legale, amministrativo e finanziario da parte della Regione "a un progetto di gestione dei turisti organizzati in gruppi che sarà predisposto dalle associazioni locali delle Cinque Terre, con il supporto dei Comuni e del Parco".
Una serie di richieste precise che, prima di essere condivise, ha creato spaccature evidenti nei rapporti tra i Comuni con il Parco. La missiva era stata firmata inizialmente solo dal sindaco di Monterosso, Emanuele Moggia, il 24 gennaio. Solo dopo l’infuocato consiglio comunale di Vernazza, che ha ’costretto’ il sindaco Francesco Villa a firmare il documento, anche il sindaco di Riomaggiore Fabrizia Pecunia e la presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre Donatella Bianchi si sono adeguate, firmando il documento solo l’altro ieri. Una cosa che ha creato evidentemente imbarazzo tra le istituzioni, e che rischia ovviamente di portare a strascichi pesanti. Si tratta del primo documento condiviso firmato dal territorio, parallelo a quello portato avanti dalle associazioni di categoria e sottoscritto invece dai Comuni della Spezia e di Levanto.
Matteo Marcello