“La Liguria non è la nuova Florida”. Frenata sui numeri del rilancio

Servono investimenti orientati al settore industriale per ottenere lavoro di qualità e contratti stabili

I punti di forza del tessuto economico e le prospettive sono legate al settore militare e alle grandi commesse, ma anche alla nautica da diporto sempre più in forte espansione e alla formazione dei attraverso il potenziamento del polo universitario Marconi (foto d’archivio)

I punti di forza del tessuto economico e le prospettive sono legate al settore militare e alle grandi commesse, ma anche alla nautica da diporto sempre più in forte espansione e alla formazione dei attraverso il potenziamento del polo universitario Marconi (foto d’archivio)

La Spezia, 20 settembre 2024 – “La Liguria non è la nuova Florida”. A raffreddare gli entusiasmo sulle previsioni di nuovi inserimenti nel mondo del lavoro nei prossimi mesi ci ha pensato Luca Comiti segretario generale della Cgil puntando la lente sull’occupazione nella nostra Regione e in particolare nel territorio spezzino. “La valutazione dei contratti di lavoro – spiega Comiti – va fatta con molta attenzione e non si devono considerare dipendenti anche quei ragazzi che hanno prestato servizio tre settimane nel corso del periodo estivo. Purtroppo oltre le più rosee prospettive occorre valutare la realtà che parla di una Liguria in forte perdita occupazionale nel nord est. Siamo praticamente l’unica Regione in calo di almeno il 2-3%”. Quindi quali potrebbero essere le soluzioni a corto raggio? “Partiamo intanto da una considerazione. La Provincia spezzina ha eccellenze da valorizzare: dall’Università alle aziende che hanno ormai assunto un ruolo leader mondiale. Ma ci vuole programmazione, quella che non traguardi l’orizzonte di un mese ma dei prossimi 15 anni. Quindi occorre investire sulla qualità e ricreare il tessuto industriale puntando su siti abbandonati. Questa è la sfida e tutte le associazioni sindacali sono pronte a dare il proprio supporto e dialogo. Per parlare di incremento del lavoro occorre garantire solidità ai contratti e qualità al lavoro”.

Il tema del lavoro dovrà essere il punto principale dell’agenda della nuova giunta regionale. A richiederlo è Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria. “Dopo tre anni di crescita – spiega – c’è stato un calo dell’occupazione e questo impone, senza rimandarlo, un ragionamento sulle misure da attuare per invertire la tendenza e che dovranno essere al centro dell’attenzione della nuova amministrazione regionale. In maggiore difficoltà sono i settori che ricorrono più spesso al lavoro precario, spesso al limite della legalità, sono quelli che necessitano di un monitoraggio più attento e costante e di misure che facilitino la stabilizzazione.

Bisogna evitare inutili contrapposizioni tra diversi settori economici del nostro territorio evitando facili semplificazioni, indicando come necessità una politica di stimolo diretto alla crescita e nel contempo un adeguamento della filiera dell’istruzione e della formazione per far sì che la scarsità di competenze non freni la crescita economica”. Anche il collega Antonio Carro, responsabile Cisl La Spezia, analizza la situazione occupazionale nella nostra Provincia. “Possiamo dire – spiega – che l’occupazione sta reggendo complessivamente ma dobbiamo lavorare per creare le basi per un rilancio dal punto di vista produttivo che possa alimentare una nuova occupazione e sempre più di qualità.

Ci sono alcune vertenze ancora aperte come l’Arsenale oppure il futuro di Leonardo. Poi ci sono eccellenze come Fincantieri e la nautica con i maggiori marchi, come quelli di San Lorenzo, Ferretti e Baglietto che fanno parte del settore del Miglio Blu: abbiamo gioielli che devono essere valorizzati al massimo. Se il tessuto produttivo funziona al meglio diventa una spinta straordinaria per aumentare l’occupazione”. Secondo i dati forniti da Istat nel 2023 gli occupati in Provincia erano 92 mila (75 mila dipendenti), 21 mila nel commercio, alberghi ristoranti, 17 mila industria, 5 mila costruzioni e 49 mila in altri settori. Rispetto all’anno precedente un aumento di 6 mila occupati, cinque mila invece rispetto al 2021.

Massimo Merluzzi