REDAZIONE LA SPEZIA

La novità

La deliberazione della giunta comunale approva l’intitolazione dell’istituto comprensivo 13 di Sarzana

La novità

L’Istituto comprensivo di Sarzana ha trasmesso al Comune gli estratti dei verbali del Collegio dei docenti e del consiglio di Istituto, contenenti la delibera relativa alla richiesta di intitolazione dell’istituto alla giornalista Ilaria Alpi. Poi sono stati sentiti l’Ufficio Territoriale del Governo, la Prefettura della Spezia, il Ministero dell’ Istruzione, l’Ufficio Scolastico Regionale della Liguria, l’Ambito territoriale della Spezia, la Società Ligure Storia Patria di Genova, il Comune di Sarzana , che hanno espresso il loro parere favorevole. Questo progetto ha dovuto aspettare per vedere la luce, perché la legge del 23061927, numero 1188 relativa alla "Toponomastica Stradale e monumenti a personaggi contemporanei" in riferimento all’articolo 3, primo comma, recita "nessun monumento, lapide o altro ricordo, può essere dedicato in un luogo pubblico o aperto al pubblico a persone che non siano scomparse da almeno dieci anni….."

Ilaria Alpi era una giornalista e fotoreporter italiana, nata a Roma nel 1961. Dopo il Liceo Classico inizia a studiare la lingua araba, prima come conoscitrice poi come appassionata, presso l’Istituto di Lingue Orientali di Roma, che approfondirà tramite borse di studio concesse dal governo egiziano e dal Ministero degli Affari Esteri italiano, tra il 1985 ed il 1987. Segue corsi di lingua araba un po’ ovunque, dal Cairo fino a Tunisi, passando per la Francia e gli USA, dove mantiene l’ottimo livello di conoscenza anche delle lingue inglese e francese. Era giunta per la prima volta in Somalia nel dicembre 1992 per seguire, come inviata del Tg3, la missione di pace, coordinata e promossa dalle Nazioni Unite per porre fine alla guerra civile scoppiata nel 1991, a cui aveva preso parte anche l’Italia.

Le inchieste della giornalista si sarebbero poi soffermate su un possibile traffico di armi e di rifiuti tossici prodotti nei paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani. Stava, forse, arrivando al cuore dei loschi affari tra Somalia, Italia e paesi dell’Est su scorie radioattive, denaro "poco pulito" e suo riutilizzo, supportata da un informatore ucciso poco prima di lei ed in circostanze poco chiare. La stessa fu assassinata il 20 marzo 1994, mentre si recava con Miran Hrovatin, operatore della fotografia, da Mogadiscio Nord a Mogadiscio Sud per tornare in albergo, in una situazione ancora oggi piena di dubbi, anche se la loro macchina era stata circondata da uomini armati, scesi da un pickup, che avevano puntato la pistola alla tempia per sparare ai due.