REDAZIONE LA SPEZIA

La nuova vita di Musumeci Scrittore e attore lanciato dopo tre lauree in carcere

"La cultura mancata da bambino è ora la chiave del mio riscatto sociale". E punta alla revisione del processo nel quale era fu condannato all’ergastolo.

Al dodicesimo libro-affresco sul vissuto da criminale indotto; al debutto come attore in teatro; soggetto della trama di una possibile serie televisiva. All’ex boss Carmelo Musumeci, da un anno uomo libero per aver chiuso i conti con la giustizia dopo 27 anni di carcere, non mancano interessi e impegni. E l’orgoglio che lo porta a dire: "Riesco a vivere grazie all’attività di scrittore". Colto anche a orientare i turisti al trenino poi finito sotto indagine e sospeso dal servizio. "Attività spot per coltivare relazioni" dice.

Carmelo, catanese di origini, ha scelto di tornare alla Spezia per il nuovo corso."Qui ho le mie radici", spiega. Qui dove commise rapine, gestì bische, ingaggiò la lotta col clan rivale. E’ felice e rammaricato: "Incrociando gli sguardi delle persone prevalgono quelli intrisi di pregiudizio. Ma anche quelli aiutano: non voglio darla vinta a chi non crede nella rinascita""

Effetti educativi del carcere?

"Il sistema carcerario non aiuta: ci torna il 70 per cento di chi esce. Semmai il tempo a disposizione. A me è servito a leggere: ho divorato migliaia di libri".

Salvato dalla conoscenza?

"Sì. E dalle relazioni coltivate in regime di semilibertà nella comunità umbra Giovanni XXIII e con varie personalità".

Faccia tre nomi?

"Margherita Hack, Agnese Moro, Umberto Veronesi".

Tre volte dottore, anche...

"Sì, in Filosofia, Scienze giuridiche e Giurisprudenza".

Ritorno in tribunale con toga?

"Preferisco scrivere e recitare. Ma gli studi mi hanno aiutato anche a concorrere all’elaborazione dell’istanza che è valsa la revoca dall’ergastolo e in altre definite o in fase di definizione".

Quali?

"Un ricorso alla Corte di giustizia europea contro la beffa della pretesa dello Stato di ottenere il pagamento delle spese carcerarie mentre dovrei essere risarcito per il trattamento disumano e degradante subìto in carcere, già accertato; revisione del processo che portò all’ergastolo: ho chiesto l’acquisizione dei verbali di un pentito che riconduce alla mafia l’uccisione di Alessio Gozzani a Carrara a me attribuita e che ho sempre respinto".

Titolo e trama del prossimo suo libro?

"Briciola. Racconta, nella forma del romanzo, la mia attività di contrabbandiere a Milano negli anni Ottanta per spiegare che l’ascesa criminale è, spesso, conseguenza dell’abbandono familiare e scolastico. Si nasce colpevoli".

Un j’accuse?

"Un’occasione per riflettere sulle cause che generano il crimine, un richiamo alla società a fare da argine col recupero dei criminali in erba".

Attività teatrali e suoi effetti?

"Recito nello spettacolo Minchia signor tenente: un omaggio a Falcone e Borsellino. Con due ex finanzieri attori ho scoperto il valore della divisa: amica non nemica".

Ambizioni?

"Portare lo spettacolo alla Spezia e vedere la mia vita raccontata in una serie tv: c’è chi ci lavora. Ho concorso alla trama".

Corrado Ricci