Da garzone di bottega in uno dei primi bar di gran lusso della città in via Chiodo alla metà degli anni Cinquanta a imprenditore del caffè tra i più conosciuti a livello nazionale. Euro Costa, 86 anni, amegliese ha vissuto tra tazzine e chicchi provenienti da mezzo mondo rincorrendo le nuove tecnologie senza dimenticare storia e tradizione. "Un imprenditore deve stare al passo con i tempi – spiega - investendo e aggiornandosi per stare sul mercato e offrire qualcosa di diverso. Se possibile anche migliore".
I tempi sono cambiati anche per la fabbrica del caffè Crastan di Romito Magra avviata nel 1976 in uno spazio di 250 metri e dal Duemila trasferita in un capannone a poca distanza diventato un centro di torrefazione all’avanguardia. La concorrenza nazionale è forte, la richiesta altissima e i prezzi aumentati. Per tutti.
"E’ inevitabile che anche la tazzina consumata al bar abbia costi superiori. Un caffè prima di arrivare sul tavolo del cliente ha un percorso infinito con costi che sono addirittura raddoppiati. Per questo credo che il prezzo equo possa anche essere di 1 euro e 60 centesimi".
Non è certamente poco. Più che un minuto di relax il caffè al bar rischia di diventare un lusso?
"Un tempo – prosegue – il costo della tazzina al bar era equiparato a quello del giornale. Per anni è stato così, almeno fino all’inizio degli anni Novanta. Poi la carta stampata ha preso il largo e questo confronto è venuto meno, proprio perchè impossibile da sostenere. Se pensiamo ai costi che ci sono dietro a una tazzina di caffè servita da un dipendente ci si stupisce che in alcune zone il prezzo sia ancora di 1 euro".
Ma gli aumenti a cosa sono dovuti?
"Intanto dal cambiamento climatico che sta fortemente penalizzando le coltivazioni. Dobbiamo pensare al caffè come a un prodotto agricolo, a frutta e verdura. Se c’è carenza inevitabilmente il costo lievita. E poi sono subentrate nuove richieste".
In che senso?
"Ci sono paesi come la Cina dove il caffè non è mai stato un punto forte di consumo. Adesso invece c’è forte richiesta, così come in India e Inghilterra affiancandosi al thè".
La fornitura quindi sta calando?
"I produttori sono per fortuna tanti: Brasile, Costarica, Guatemala, Vietnam, Colombia. ma se un tempo un carico arrivava in 60 giorni adesso ne occorrono almeno 90".
Questo risalendo alla fonte. E una volta arrivato in torrefazione?
"Aggiungiamo i costi di trasporto, carburante, elettricità, acqua. Tutto è aumentato. E poi se se si punta alla qualità il prezzo è inevitabilmente alto".
Perchè?
"Da noi i chicchi sono ripuliti, praticamente lavati, per togliere le impurità che rendono più amaro il caffè. Poi vengono tostati con un macchinario a aria che favorisce la cottura sia esterna che interna mentre altri si limitano soltanto all’esterno. Siamo in pochissimi in Italia a farlo. Tutto questo ha costi aggiuntivi ma la qualità è decisamente migliore". La torrefazione è simile al lavoro in una cantina. Si mettono insieme più uve per arrivare alla miscela poi la differenza la fa il trattamento, l’invecchiamento e le altre procedure che possono anche risultare più lunghe e costose ma che al gusto poi fanno la differenza".
Massimo Merluzzi