REDAZIONE LA SPEZIA

La polemica sull’acqua: "Non c’è stato confronto con cittadini e sindacati"

Dalla segreteria del Pd accuse alla Provincia per i rincari fissati al 4% "Ci è stata negata la possibilità di una proposta per famiglie e imprese".

L’aumento del 4% delle tariffe idrica infiamma la polemica politica: ieri il Presidente della Provincia Peracchini ha lanciato accuse contro i consiglieri di opposizione per il voto contrario, sul tema prende posizione la segreteria provinciale del Pd. "Abbiamo letto che gli aumenti delle tariffe sarebbero stati bloccati al 4%. In Provincia non è stato votato alcun piano investimenti e tariffario con tale limite: l’unica proposta tuttora sul tavolo è quella che prevede 190 milioni di investimenti e conseguentemente incrementi delle bollette de 10% per 6 anni". Il Pd sottolinea di aver chiesto di rivedere il piano "e di capire come fosse possibile intervenire per costruire una proposta sostenibile per le famiglie e imprese. Ma ci è stato negato".

In Provincia è stata votata "soltanto la richiesta rivolta al gestore Acam Acque e ad Arera di posticipare i conguagli al 2029, la cui risposta difficilmente sarà positiva. In questi casi le istituzioni pesano e contano solo se approvano atti amministrativi, i soli che possano dare qualche certezza. Peracchini parla di studio ed approfondimento, ma in oltre un anno, non è stato in grado di mettere in piedi un confronto unitario con sindacati, associazioni dei consumatori e sindaci per strutturare un piano che prevedesse soltanto gli investimenti strategici e realmente realizzabili nel periodo di vigenza 2024-2029, consentendo cosi’ un sicuro ed incontestabile abbassamento delle tariffe. Visto che il piano parte dal 2024 sarebbe già importante capire quali degli interventi previsti per l’anno che si sta concludendo siano stati realizzati e su questo modellare già il piano degli investimenti. Quando si tratta di questioni complesse Peracchini ed il centrodestra vanno sott’acqua. Non per niente si sono spaccati al momento della votazione in consiglio provinciale con l’Udc che ha votato contro la proposta".

Altro strumento "che avrebbe potuto essere messo in campo è il Fondo strategico regionale, con il quale si potrebbero coprire parte degli investimenti e quindi dei costi che compongono la tariffa. L’unica proposta fatta per arrivare ad aumenti non superiori al 4% è quella di spostare a dopo il 2029 i conguagli, 27 milioni, relativi agli anni del Covid. Proposta unilaterale senza nessun sostegno giuridico, solo un tentativo goffo di attribuire ad altri responsabilità che invece sono di questo centrodestra".

A detta del Pd quindi "un modo per spostare il problema, senza rimuoverlo dall’orizzonte. Oggi è tutto più difficile. Un boomerang che riporterà alle ipotesi iniziali, cioè tariffe ben più alte rispetto al più 4 di cui parlano Peracchini e i partiti di centrodestra. Di fatto la Provincia si mette nelle mani di Arera, sulla quale ribadiamo la necessità di interventi normativi che, fermo restando il principio che ogni costo deve essere sostenuto e sostenibile, riportino in capo ai sindaci la possibilità di intervenire e decidere sulla modulazione delle tariffe e degli investimenti".