REDAZIONE LA SPEZIA

"La recinzione anti cinghiali serve a poco"

Coldiretti critica l’intervento consigliato dall’Ue "Una soluzione inutile e uno spreco di denaro"

"La rete di recinzione per contenere i cinghiali? Così serve a poco". La Coldiretti Genova non è d’accordo sull’intervento, consigliato dagli esperti inviati da Bruxelles. "E l’Italia anche questa volta ha eseguito alla lettera quanto consigliato dall’Unione Europea – spiegano dal direttivo – , pur non essendo la nostra regione pianeggiante, ma con un paesaggio collinare e tanti dislivelli, numerosi corsi d’acqua e moltissime gallerie e viadotti".

Coldiretti ha documentato la questione con alcuni video, realizzati in presa di diretta dal presidente Luca Dalpian e pubblicati sulla pagina Facebook di Coldiretti Genova, oltre che sul sito istituzionale (www.genova.coldiretti.it). "È stato raccontato che la presenza delle due autostrade avrebbe in qualche maniera migliorato e consentito con maggior facilità la posa di questa recinzione. Sono stati fatti proclami e date rassicurazioni in merito ai tempi ragionevoli di realizzazione, sbeffeggiando per l’ennesima volta i nostri produttori". Sono anni che le imprese sono costrette a spendere dei soldi in ‘robuste’ recinzioni per non lasciarsi abbandonare alla razzia quotidiana degli animali selvatici. Da meno di un mese è iniziata in Liguria la costruzione di questa recinzione che dovrebbe avere, almeno a preventivo, un costo tra i 6 e i 10 milioni di euro. "Nell’immaginario degli addetti ai lavori, ci si aspettava che si sarebbe proceduto con l’istallazione di reti elettrosaldate, mentre da sopralluoghi effettuati direttamente dai nostri dirigenti è emerso che si tratta di reti molto leggere". Nemmeno ancorate al terreno, del tipo di quelle che solitamente si utilizzano per la recinzione dei piccoli animali da cortile. "Dopo il balletto interminabile della nomina del Commissario straordinario, ora è arrivato il tempo di decidere se il problema dei danni causati dagli animali selvatici in Liguria si vuole risolvere o se ci si vuole semplicemente togliere di dosso delle responsabilità anche effettuando opere inutili e costose – denunciano Dalpian e Paolo Campocci, quest’ultimo direttore di Coldiretti Genova –. Nel frattempo le nostre aziende suinicole dell’area rossa non esistono più e all’esterno dell’area rossa gli oramai pochi allevamenti sono stremati dovendosi districare tra norme poco chiare, vincoli e divieti. Nel frattempo le aziende agricole, in un anno calamitoso per quanto riguarda la siccità da record, per l’aumento delle materie prime e per il calo dei consumi in generale dovuto all’aumento dell’inflazione, sono costrette ogni giorno a fare i conti con i danni da cinghiali e caprioli. Questa recinzione, che una volta ultimata dovrebbe dare il via agli abbattimenti, così come viene realizzata, non può funzionare".