
Giorgio Pagano
La richiesta di non autorizzare la manifestazione è stata inoltrata al sindaco Pierluigi Peracchini, al prefetto Andrea Cantadori e al questore Sebastiano Salvo da partiti e associazioni. Tra queste il Comitato unitario della Resistenza che a nome dei copresidenti Giorgio Pagano, Egidio Banti e Paolo Galantini ha scritto ieri pomeriggio al Prefetto chiedendo un incontro urgente. "Abbiamo appreso con sdegno della manifestazione nazionale indetta da Casa Pound alla Spezia. Si tratta di un’iniziativa di un’organizzazione dichiaratamente neofascista che opera in modo aggressivo e provocatorio, portatrice di messaggi di intolleranza e di discriminazione, che denigrano la cultura e la natura democratica e antifascista della città e della provincia della Spezia.
Riteniamo non accettabile la presenza alla Spezia di chi si è macchiato di episodi di violenza, come l’aggressione a cittadini migranti e le minacce continue all’ordine pubblico. La Spezia è città medaglia d’oro al merito civile e medaglia d’argento della Resistenza, Provincia medaglia d’oro della Resistenza: respinge queste provocazioni e rivendica la sua storia democratica e antifascista". La presidenza ha invitato le istituzioni, i partiti, le organizzazioni della società civile e tutte le cittadine e cittadini della città e dei Comuni della provincia a manifestare pacificamente la loro natura democratica e costituzionale, incentrata sui valori della solidarietà, della partecipazione, della tolleranza, della giustizia e della pace, nel rispetto della pluralità di ispirazioni culturali, politiche e religiose.
Anche da LeAli a Spezia e Alleanza Verdi Sinistra è arrivato il disappunto all’iniziativa. "CasaPound è un’organizzazione che si richiama esplicitamente all’ideologia fascista – hanno spiegato Roberto Centi, Giorgia Lombardi e Patrizia Flandoli – incompatibile con i valori della Costituzione. In un momento in cui crescono odio e intolleranza è ancora più urgente ribadire la necessità di difendere ogni giorno i principi della democrazia, della giustizia sociale e della solidarietà. Non possiamo accettare che si tenti di normalizzare chi si ispira a ideologie violente e discriminatorie".
Massimo Merluzzi