MATTEO MARCELLO
Cronaca

La scelta di Andrea. Tra cannoni e carri armati: "Pronti alle nuove sfide"

A 30 anni ha già scalato le gerarchie conquistando ruoli di responsabilità. Sarà nel team chiamato a gestire il progetto della nuova joint venture.

Andrea Tesconi, Integrated project team leader per i programmi che partiranno attraverso la joint venture con Rheinmetall

Andrea Tesconi, Integrated project team leader per i programmi che partiranno attraverso la joint venture con Rheinmetall

L’assunzione è arrivata tre giorni dopo la laurea in Ingegneria gestionale presa all’Università di Pisa. Il colloquio, addirittura prima. Oggi, a 30 anni, sarà parte integrante del team che sovrintenderà al progetto Aics, Armored Infantry Combat System, sviluppato e realizzato alla Spezia dalla joint venture tra Leonardo e Rheinmetall nell’ambito del programma per i sistemi terrestri dell’Esercito Italiano. In soldoni, un progetto che da solo cuba qualcosa come 15 miliardi di euro. Lui è Andrea Tesconi, di Massa, e a dispetto della giovane età non sembra tradire alcuna tensione rispetto al ruolo di responsabilità cui è approdato dopo aver scalato le gerarchie.

Qual è il suo inquadramento all’interno dello stabilimento spezzino di Leonardo? "Sono Integrated project team leader per i nuovi programmi terrestri che partiranno attraverso la joint venture con Rheinmetall, e che vedrà il nostro stabilimento centro operativo"

Ci spiega nel dettaglio le sue funzioni? "Mi occupo, assieme a un team di persone della gestione economica e operativa di tutte le attività che vengono svolte nel progetto, dal design e sviluppo fino alla produzione in serie e all’assistenza. È molto importante valutare gli impatti economici di determinate scelte ed eventi nel corso del progetto, assicurandosi che eventuali rischi vengano gestiti in modo coerente, tenendo i rapporti con clienti e fornitori".

Quando è stato assunto? "Nel 2019, ed ero tra i più giovani. Un mese prima di laurearmi sono venuto a Spezia a fare il colloquio, tre giorni dopo la laurea ho iniziato a lavorare qui".

Di cosa si è occupato? "Ho iniziato come project planner, dopo un anno c’è stata la possibilità di iniziare l’esperienza come program manager nel settore navale, con progetti legati allo storico cannone da 76 millimetri. Poi ho ricoperto il ruolo di sales manager per Sudamerica e Asia. Poi è arrivata questa importante opportunità".

E di grande responsabilità... "Quella assieme a Rheinmetall è una sfida importante, il progetto più grande che avremo per i prossimi anni, non solo in termini numerici quanto sotto il profilo dello sviluppo e dell’innovazione del settore. Seguirò il programma Aics, che cuba circa 15 miliardi, sento un po’ di responsabilità ma sono contento".

Una sfida nella sfida, considerando che il colosso tedesco solo pochi anni fa era interessato all’acquisto dell’ex Oto Melara. "Esatto. Oggi ci stiamo attrezzando per la joint venture, abbiamo iniziato da qualche mese un rapporto quotidiano col nostro partner tedesco".

Lo stabilimento spezzino è al centro di un rinnovamento generazionale, con l’ingresso di moltissimi giovani neolaureati. Com’è il rapporto con la ’vecchia guardia’? "Direi ottimo, ci sono tanti colleghi con grande esperienza che sono sempre pronti ad aiutarti e magari a farti capire dove sbagli, è una fonte di miglioramento importante".

Secondo lei, il livello di preparazione offerto dalle università italiane è adeguato rispetto alle necessità e alle aspettative di un’azienda come Leonardo? "Una laurea in discipline stem, magari in ingegneria, è un percorso che prepara veramente tanto, molte conoscenze che ho acquisito all’università sono servite e mi servono tuttora".

Eppure ci sono tanti giovani in fuga dall’Italia. Cosa servirebbe per tenerli nel nostro Paese? "Nel settore della difesa le occasioni non mancano, ci sono tante aziende che consentono di avere soddisfazioni e fare carriera. Secondo me, non manca nulla".

Come si vede tra cinque anni? "Cinque anni fa al colloquio risposi alla stessa domanda dicendo di aspirare a ruoli di responsabilità, e a distanza di un lustro devo dire che non è andata male. L’obiettivo è di continuare a crescere, puntando in alto".