ELENA SACCHELLI
Cronaca

La scuola italiana è davvero inadeguata?

Si legge da molte parti che la scuola italiana è la causa principale della fuga dei giovani, perché non prepara...

Si legge da molte parti che la scuola italiana è la causa principale della fuga dei giovani, perché non prepara ad affrontare un mercato del lavoro sempre più competitivo. Sarà così, ma la nostra esperienza al Cpia ci sembra estranea a questa descrizione; qui non abbiamo trovato programmi rigidi, calati indistintamente sugli studenti e sempre uguali a se stessi. C’è piuttosto il confronto con la realtà locale e globale, l’attenzione alle esigenze di ogni singolo studente, l’orientamento costante rispetto alle prospettive lavorative e agli aspetti formativi per poter affrontare al meglio tutti i passaggi, la creazione di occasioni per conoscere il territorio e gli aspetti culturali che lo qualificano. Questa scuola è al nostro fianco, pronta a sostenere i nostri progetti, accompagnarci nel percorso, aiutarci di fronte alle difficoltà.

In una scuola dove la prevalenza di stranieri è schiacciante, con provenienze da una trentina di Paesi, con culture e tradizioni diverse, il confronto è sempre di casa, dalla gastronomia alla religione, dal clima alla politica, dalla storia alla musica o al mondo del lavoro. Il tutto all’insegna del reciproco rispetto. Ci viene un dubbio: visti i toni tutt’altro che rispettosi che spesso animano i confronti politici e le stesse relazioni internazionali, sarà forse questo il limite della nostra scuola? Certo è che in politica i giovani non sono proprio di casa: la percentuale di elettori giovani è scesa dal 30,4% al 21,9%, e la rappresentanza giovanile in Parlamento è passata da 133 a soli 27 seggi.