REDAZIONE LA SPEZIA

La Valle vince la causa contro l’Inps. Non dovrà restituire la pensione: "Fu una collaborazione occasionale"

Dopo il Tribunale della Spezia, anche la Corte d’Appello di Genova dà ragione al noto speaker del Picco. Nel mirino i 17mila euro maturati nel 2021 dopo una partecipazione di quattro minuti al programma Tiki Taka . .

Federico La Valle, speaker dello Spezia Calcio in occasione delle gare al Picco

Federico La Valle, speaker dello Spezia Calcio in occasione delle gare al Picco

Federico La Valle, storico speaker dello Spezia Calcio, non dovrà pagare all’Inps i 17mila euro di pensione chiesti indietro per la sua partecipazione in tv come ’annunciatore’ nella popolare trasmissione calcistica ’Tiki Taka’ di Italia 1. Dopo il Tribunale della Spezia, che lo scorso maggio aveva accolto il ricorso della nota ’voce’ delle Aquile al Picco, la Corte di Appello di Genova ha respinto il ricorso promosso dall’Inps proprio contro la sentenza del tribunale spezzino.

La vicenda è nota. La Valle, titolare di pensione anticipata, a seguito della partecipazione il 5 aprile 2021 al noto programma tv condotto da Piero Chiambretti – una comparsata in avvio di programma, quattro minuti per la quale ha percepito un compenso di 250 euro – aveva ricevuto da parte dell’Istituto un avviso di sospensione e riliquidazione della pensione e un successivo provvedimento di accertamento, con richiesta di restituzione delle somme percepite, pari a 17.091,37 euro, per l’intera annualità 2021, della pensione anticipata da lui già goduta.

Lo speaker non ci aveva pensato due volte, impugnando il provvedimento dell’Inps. Il giudice del tribunale civile, Marco Viani, aveva accolto la tesi formulata dal legale di La Valle, Andrea Frau, ritenendo i redditi percepiti da La Valle derivanti da lavoro autonomo occasionale, non eccedenti il limite dei 5.000 euro lordi annui, e pertanto escludendo l’incumulabilità, cassando così il provvedimento dell’Istituto nazionale della previdenza sociale.

Che, nel giro di pochi mesi, ha deciso di impugnare quella sentenza, proponendo ricorso alla sezione lavoro del Corte d’appello di Genova. Nei giorni scorsi la sentenza, con la corte presieduta da Giuliana Melandri e composta da Paolo Viarengo e Maria Grazia Cassia che ha respinto l’appello, condannando l’Inps al pagamento delle spese legali. Si deve confermare la motivazione della sentenza impugnata, avendo il giudice di primo grado già congruamente risposto alle argomentazioni dell’Inps – si legge nella sentenza –. Non sembra ci possano davvero essere dubbi che un impegno lavorativo di soli quattro minuti ed un compenso di soli 250 euro in tutto il 2021 si debbano necessariamente far rientrare in una attività di lavoro occasionale, quindi del tutto cumulabile con la pensione quota 100".

Matteo Marcello