Bonassola, 2 novembre 2018 - La mareggiata di lunedì scorso passata alla storia - per la grandezza e la devastazione di cui si è resa protagonista - non ha risparmiato Bonassola, assestando un colpo letale al presidio del Cnr dedicato allo studio del mare di cui è responsabile Alessandro Benedetti, cultore, fra l’altro, del ‘wave watching’ l’osservazione delle onde che, dopo aver dato forma a libri divulgativi, hanno presentato il conto. «Tutto distrutto, invaso dal mare che, con i frangenti, ha abbattuto il grande portellone d’acciaio, alto sei metri e largo quattro, posto all’ingresso, mandando ko tutte le attrezzature sistemate nella grotta-laboratorio. E’ andata così azzerata un’attività scientifica attiva da 25 anni» dice Benedetti, con la voce imbrigliata dall’emozione. La stazione marina, ricavata in un tunnel, era nata nel 1993 per volontà del dottor Emilio Olzi; venne battezzata Mareco, con l’idea allora lungimirante di unire i termini ‘mare’ ed ‘ecologia’.
«Lo scopo era quello - spiega Alessandro - di impostare lo studio di tecniche e materiali di interesse pratico in mare salvaguardandone la salute. E’ in quest’ottica che è stata condotta ricerca nel campo della corrosione e protezione dei materiai metallici e delle superfici in ambiente marino. Attività di studio sono state svolte anche con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e l’Università di Genova in ambito meteomarino.
La prossimità al mare del laboratorio, vantaggiosa per la ricerca, ha in questo caso messo in evidenza i rischi maggiori in relazione alla inaudita e devastante potenza del mare stesso, in grado di avere la meglio su una difesa non negligente, ma evidentemente inadeguata a fronteggiare eventi estremi. Quelli, solitamente, inseguiti, in sicurezza, da Benedetti con la sua macchina fotografica e oggetto di studio nel presidio divulgativo nato in collaborazione con il Comune di Bonassola 10 anni fa.
Riflessione: «Il mare, che si declina in aspetti numerosi ed apparentemente distanti tra loro, questa volta, come già in passato, ha pestato i pugni sul tavolo ricordandoci che alla fine decide lui, e che il rispetto che gli si deve è un atto dovuto e non negoziabile. A mio figlio, che ha 12 anni, ho provato a dire che il mare dà e prende, e questa volta, ha preso. Le regole della partita sono queste, e siccome la posta in gioco può essere più alta della perdita di beni materiali se non lo si rispetta, non è ammesso recriminare», dice Alessandro. Parole che tentano di prendere per mano le emozioni di chi, mosso dall’amore per le onde, aveva lasciato Milano 15 anni fa diventando responsabile delle attività di ricerca a Bonassola. Lì ha trovato l’amore e generato due vite, ha scritto un libro sulle mareggiate in Liguria pubblicato in due edizioni. Il resto della storia, riparte per il futuro da questo evento.