"Immediate e irrevocabili dimissioni della sindaca Francesca Sturlese e del vicesindaco Emilio Dipelino", nella convinzione che "la loro permanenza nelle rispettive cariche sia incompatibile con la necessità di garantire un’amministrazione trasparente, responsabile e rispettosa delle norme". Le chiedono i consiglieri dei gruppi di opposizione, Francesca Sacconi, Roberto Farnocchia, Jacopo Conti e Paolo Negro, intervenendo con una mozione all’indomani della notifica dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari del filone spezzino della maxi inchiesta per corruzione, che riguarda da vicino Porto Venere e, nel dettaglio, l’affaire dell’ex cava Carlo Alberto, per il quale sono indagati l’ex sindaco Matteo Cozzani, il fratello Filippo, e gli imprenditori Raffaele e Mirko Paletti.
Secondo la Procura, l’ex sindaco in cambio di utilità si sarebbe impegnato "per agevolare in ogni modo la realizzazione di uno stabilimento balneare" nell’area dell’ex cava, "anche mediante atti contrari alla legge", nella fattispecie promuovendo la delibera di giunta dell’11 novembre 2021 che, senza intervento dell’ufficio tecnico e "senza motivazione", impartiva indirizzo positivo all’applicazione dei margini di flessibilità del Puc in relazione alle opere previste dal progetto presentato dalla società riconducibile ai Paletti, così che "contrariamente alle previsioni del Puc" potessero essere realizzate rilevanti opere, come l’abbattimento e la ricostruzione di un edificio, la realizzazione di un pergolato e di 33 cabine, piscine, "con un mero permesso di costruire convenzionato" ed evitando la procedura di Puo.
Non solo: nel mirino della Procura anche la delibera del 22 dicembre 2021, promossa dallo stesso Cozzani, di rinuncia alla prelazione del Parco di Porto Venere sull’area. Giunta che all’epoca vedeva la presenza degli attuali sindaco e vicesindaco: motivo che spinge ora le opposizioni a chiedere con una mozione le dimissioni di entrambi (che, è bene ribadirlo, non sono indagati). "La mancata opposizione agli intenti del loro leader e il coinvolgimento nelle scelte amministrative dimostrano l’incapacità gestionale. È indispensabile un passo indietro".
Immediata la replica del sindaco Sturlese: "Sembra quasi che sia io a dovermi difendere, mentre non sono neppure indagata. Le mie scelte politiche, non avendo interessi personali, le ho già rivendicate; le accuse della minoranza mi lasciano indifferente, resto al mio posto"
Matteo Marcello