
Thiago Motta in panchina. con il suo vice Alexandre Hugeux (foto di Alberto Andreani)
L’assedio dentro lo stadio ’Picco’, giovedì sera, ai calciatori dello Spezia e all’allenatore Thiago Motta, ci ha riportati indietro di oltre due anni, al 29 settembre 2019 quando la stessa esperienza capitò alla squadra di Vincenzo Italiano, sconfitta 4-2 dal Trapani che all’epoca era ultimo in classifica. Sappiamo tutti come è poi finito quel campionato, ma le analogie ad oggi sembrano poche. Per non dire alcuna. Quella volta si presentò davanti a tifosi assiepati ai cancelli il direttore generale Guido Angelozzi, che difese a spada tratta Italiano assumendosi le sue responsabilità e promettendo che la situazione sarebbe cambiata. Un uomo di calcio, piuttosto che un profeta.
Questa volta la contestazione davanti alle cancellate è stata provocata soprattutto da un fatto: nessun calciatore si è presentato a fine partita davanti ai supporters della curva Ferrovia, il settore notoriamente più caldo del tifo per lo Spezia. Mentre invece alcuni Aquilotti sono andati, sia pure per poco, sotto la curva Piscina. E avrebbe dato noia anche l’atteggiamento dell’allenatore, che al momento di uscire dal campo non si sarebbe neppure degnato di rivolgere lo sguardo ai tifosi. Unendo questo alla prestazione scialba fornita dalla squadra sul campo contro le riserve di un avversario di serie B che hanno vinto meritatamente, ecco che il gesto di assediare i cancelli dello stadio è venuto spontaneo. Non presentarsi sotto la curva Ferrovia è stato un errore della squadra e del tecnico. Le forze dell’ordine, presenti con il reparto mobile, avrebbero potuto ’forzare’ la situazione ma hanno deciso di non farlo, anche perché tutto sommato l’assedio era pacifico. Ai tifosi preoccupati per il cammino balbettante della squadra, bastava che si presentasse qualcuno a parlare con loro. Lo hanno chiesto a viva voce più volte. Ma ci è voluta più di un’ora per trovarlo. Alla fine sono arrivati Motta, Pecini e quasi tutta la squadra, con la parola che è stata affidata al mister e al capitano Maggiore.
Per il momento la situazione resta delicata in vista della partita di domenica pomeriggio sempre al ’Picco’ contro l’Empoli che facile non è, e di quella ancora più difficile, se non proibitiva, del 22 dicembre a Napoli.
L’impressione è che il tecnico nativo di Sao Bernardo do Campo rimarrà al suo posto non tanto per la clausola da 200mila euro (300 lordi) in caso di un esonero prima del 31 dicembre. Quanto piuttosto perché al momento non sarebbero state individuate alternative credibili. E cambiare tanto per cambiare, che senso avrebbe? Guardate cosa sta succedendo al Genoa, al Cagliari e alla Salernitana che hanno sostituito l’allenatore ma non si sono risollevate.
Il guaio, semmai, è se la squadra ha ’mollato’ il tecnico e non crede più in lui per i troppi esperimenti. Paradossalmente lo Spezia giocava meglio quando aveva tanti assenti. Poi, quando sono rientrati tutti, si è involuto.