REDAZIONE LA SPEZIA

L’assoluzione di Morgillo confermata in Cassazione

Nel processo ‘Spese pazze’ insieme ad altri ex consiglieri regionali liguri "Dieci anni di calvario per chi, come me, ha agito in assoluta buona fede"

La fine di un incubo durato dieci anni. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di assoluzione pronunciata lo scorso anno dalla Corte d’ Appello di Genova per Luigi Morgillo, ex consigliere regionale spezzino imputato nel processo ‘Spese pazze’ insieme ad altri ex consiglieri regionali liguri. Morgillo è stato assolto perché il fatto non sussiste: cadute una dopo l’altra le accuse di peculato e falso mosse dalla procura genovese. "È la fine di un incubo, durato dieci anni, durante i quali sono stato costretto a difendermi, raccogliendo le prove della mia innocenza", commenta Morgillo, che per oltre venti anni è stato punto di riferimento per il centrodestra ligure ed in particolare spezzino. Recordman di preferenze, Morgillo, che ha iniziato la sua attività politica in seno alla Dc, ha ricoperto moltissime cariche, a partire da quello di consigliere comunale della Spezia, per approdare poi in Regione, con svariati incarichi: assessore nella giunta Biasotti, vicepresidente del Consiglio, capogruppo di Forza Italia e per ben tre volte tra i grandi elettori del Presidente della Repubblica. Una carriera politica, la sua, che ha subito una forte battuta d’arresto proprio per l’inchiesta. E ora? Morgillo non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe: "In questi anni, mentre io sono stato costretto a difendermi, raccogliendo le prove che hanno dimostrato l’infondatezza dell’accusa, altri hanno speculato su questi fatti per trarne un vantaggio politico" dice sibillino, prima di entrare nel merito dell’inchiesta che ha seguito diversi filoni e che ha coinvolto molti ex consiglieri regionali: "Per quanto concerne il filone d’inchiesta che mi ha coinvolto e che si è concluso per tutti con l’assoluzione, gli inquirenti hanno costruito una sorta di teorema, che è toccato a noi smontare, dimostrando, com’è nei fatti, che le spese sostenute e oggetto di inchiesta sono attinenti all’attività politica – dice Morgillo, assistito in questi anni dagli avvocati Massimo Ansaldo e Tullio Padovani –. Spiace che in alcuni momenti certa giustizia ci abbia fatto apparire come degli sprovveduti approfittatori, ma il rammarico più grande resta quello della politica che ha preferito mettere la testa sotto la sabbia piuttosto che intervenire con provvedimenti per stabilire con più chiarezza ciò che fosse inerente all’attività politica dei gruppi e dei consiglieri. È stato un vero calvario per chi, come me, ha agito in assoluta buona fede, nell’interesse della collettività".

Confermate le sentenze di assoluzione anche per Edoardo Rixi della Lega, Michele Boffa e Antonino Miceli (Pd), Marco Melgrati e Matteo Rosso (Fi), Gino Garibaldi (allora nel Pdl) , Franco Rocca (Fi), Alessio Saso (Ncd), Francesco Bruzzone, senatore della Lega e allora presidente del Consiglio regionale, Marco Limoncini (Udc), Armando Ezio Capurro (Noi con Burlando), Aldo Siri (Lista Biasotti), Raffaella Della Bianca (Fi), Roberta Gasco (Udeur), Marilyn Fusco (Idv), Giacomo Conti (Federazione della Sinistra), Matteo Rossi e Alessandro Benzi, entrambi in Sel. Erano invece stati assolti in primo grado Massimo Donzella (Udc), Ezio Chiesa (Pd) e Stefano Quaini, ex Idv e Sel.