di Marco Magi
LA SPEZIA
In un clima da Serie C, con una squadra da Serie A, lo Spezia batte la Reggiana... nell’ottava di Serie B. Lo fa con quel vigore che ha caratterizzato i match di qualche decennio fa fra le due formazioni. Che poi ci siano stati, come in quegli anni passati, alcuni scontri tra le strade nella mattinata, è solo lo stupido risvolto di chi – in questo caso qualche decina di reggiani che crea il panico in viale Aldo Ferrari e dintorni – non ha ancora compreso che il mondo vada avanti, soprattutto in quell’aspetto dei ‘derby’.
Una gara che lo Spezia ha saputo vincere trascinata da un grande tifo e ancora grazie a Pio Esposito, un ragazzo di 19 anni, fresco di convocazione in nazionale Under 21, che tocca quota 4 gol raggiungendo così il vertice della classifica cannonieri, oltre che il record personale. E pensare che sulla panchina, per scelta tecnica, Luca D’Angelo fa sedere il fratello Salvatore (poi entrato una mezz’ora) a causa di una comprovata stanchezza e dunque leggere lo schieramento, desta qualche dubbio sugli spalti. Con Bandinelli fuori causa per un mal di schiena e Hristov ancora in fase di recupero, si scombinano le carte. È Falcinelli, per qualità assodate, a battere tutti i calci piazzati e i corner (uno soltanto in questo caso), facendo la mezzala con possibilità di allungarsi in attacco. Nagy si piazza al centro del gioco e si sposta soltanto quando entra Esposito senior. Elia c’è, dall’inizio, ma a sinistra non è decisivo come sull’altra fascia e se la deve pure vedere con l’ex Marras, sempre pericoloso. Avvio aquilotto a tutta forza con il possesso, quello vero, nella metà campo avversaria. Reggiana che crede nelle ripartenze, anche se Girma si defila troppo e Okwonkwo (preferito in partenza a Gondo) non riesce a sfruttare la sua velocità, sempre raddoppiato negli ostinati allunghi. È la precisione negli ultimi passaggi che manca, da entrambe le parti. Per questo non si segnalano occasioni valide e tiri in porta fino a quando Pio Esposito non spezza l’equilibrio: sulla punizione dalla trequarti di Falcinelli, fa da torre Wisniewski, Vignali scarica un gran sinistro che Bardi respinge ottimamente, anche se la sfera arriva a Colak, controllo e tiro non proprio perfetto, tramutato in assist per Pio Esposito da un metro a toccarla dentro.
L’1-0 scatena una bagarre vicino alle panchine (Viali protesta per la punizione concessa allo Spezia, da cui è scaturito il gol): ne fanno le spese il collaboratore del tecnico ospite Baroncelli e il team manager spezzino Ferretti. Nella ripresa qualcosa cambia e non perché dopo un quarto d’ora Viali muti il volto dell’attacco (dentro Vido e Gondo), ma è proprio lo spirito che è diverso negli emiliani. E anche Portanova, l’ex Genoa molto cercato dai compagni, ha libertà a centrocampo, partendo defilato per poi accentrarsi e piazzarsi anche dietro le punte. Gli spezzini reggono il colpo, con la grande fisicità ormai riconosciuta da tutti gli avversari, sebbene inizino a concedere troppi cross, che aumentano nel finale dopo l’uscita di un esausto Elia. È al 29’ che la Reggiana potrebbe tornare a sorridere (pareggiando e segnando un gol che, ad ora, manca da più di due partite e mezzo): il vivace Marras lancia nello spazio in area Vido, il cui tiro a giro scavalca Gori e si infrange sul palo, poi la conclusione di Gondo s’impenna, rallentata da Bertola e ci pensa il gigante Wisniewski a toglierla da sotto la traversa di testa a portiere battuto.
Fino all’ultimo dei sei minuti di recupero lo Spezia soffre, ma resiste e con lui, in un unico respiro, anche tutto il Picco, che festeggia, alla fine, il ritrovato secondo posto (scavalcando di nuovo la Juve Stabia, avanti dopo l’anticipo di venerdì), l’ottavo risultato utile consecutivo (tredici compreso lo scorso campionato), la quarta casalinga vittoriosa, la porta chiusa da due match. Prima della sosta, oltretutto, con la possibilità quindi di recuperare, oltre che gli affaticati Salvatore Esposito e Hristov, pure Kouda e Aurelio. Tutti numeri, situazioni, dati che fanno ben sperare, ma che soprattutto possono garantire sogni e immagini positive. Siamo all’ottava giornata e c’è ancora tanto da costruire. Calma, umiltà e serenità le parole d’ordine.