REDAZIONE LA SPEZIA

L’atto perfino in Russia

La celebre pratica notarile tradotta nel 2019 in collaborazione col giornale Russiaprivet

Non saranno soltanto al centro delle mostre celebrative organizzate dall’Archivio di Stato spezzino e dal Museo Navale: le ‘Carte della Pace di Dante’ hanno ormai conquistato la Russia. Merito del lavoro di Ioulia Makarova Liakh, che ha tradotto per la prima volta nella lingua del paese il documento. L’opera, conclusa a nel 2019, s’intitola ‘Dante e la Lunigiana – Il trattato di pace del 1306’ (Ed. Agorà & Co.) ed è stata realizzata in collaborazione con il giornale bilingue Russiaprivet. I preziosi cimeli furono presentati per la prima volta a Mosca e a Ekaterinburg nel 2005, nell’ambito di un convegno organizzato dallo studioso spezzino Vinicio Ceccarini con il ministero per i Beni culturali e l’Archivio di Stato della Spezia. A fine 2019, il primo evento legato in Russia del volume, impreziosito dall’introduzione di Stefano Volpi e Vinicio Ceccarini, di Nataliya Nikishkina, presidente della società Dante Alighieri di Mosca e di Ekaterina Spirova, presidente dell’associazione internazionale Amicizia Italia-Russia, oltre che dalla copertina realizzata dal maestro Piero Colombani.

"Dante Alighieri è un poeta molto conosciuto nel paese, dove esistono diverse internazionali associazioni a lui intitolate – spiega la Makarova – ; personalmente, mi sono iniziata a confrontare con la sua produzione già dall’età di 8 anni. Esistono tante traduzioni delle sue opere, ma non delle ‘Carte della Pace’. È stato talmente emozionante occuparmene, che forse la difficoltà è andata in secondo piano. Ho provato un grande senso di responsabilità e non è stato facile a livello grammaticale: ho dovuto capire dapprima il senso della pratica notarile. L’unico rammarico è aver dovuto saltare la presentazione prevista a San Pietroburgo per via del Covid: sarebbe stata una grande occasione".

Chiara Tenca