
Un bus di Lorenzini
La Spezia, 6 novembre 2021 - Duemila euro al mese in busta paga, giusto per cominciare, e la prospettiva di un futuro professionale quasi sempre assicurato, grazie anche a un mercato tornato finalmente a crescere dopo la fase più acuta della pandemia.
Eppure di giovani disposti a fare l’autista non se ne trovano. Un problema serio per aziende come le Autolinee Lorenzini di Ortonovo, la storica società di noleggio pullman, che ha dovuto lanciare una sorta di sos per poter far fronte alla ripartenza del movimento turistico, soprattutto quello crocieristico. Gli autisti sono diventati merce rara, come denunciano le organizzazioni di categoria, anche in tutta la filiera della logistica, ma il caso di Lorenzini è emblematico.
Ieri la società ha diffuso un annuncio per trovare autisti abilitati, proponendo contratti full time a tempo determinato e indeterminato con retribuzioni molto interessanti (chi fosse interessato può contattare l’azienda allo 0187 66804 o alla mail [email protected]). I tentativi di potenziare gli organici per rispondere a una domanda in forte crescita però si infrangono di fronte a un "mercato" che non pare particolarmente interessato.
«In effetti il problema sta diventando serio - afferma Fabio Lorenzini, titolare della omonima società di noleggio pullman - le crociere stanno ripartendo così come i viaggi a corto e medio raggio, ma trovare autisti è impresa ardua. Quando i giovani aspiranti conducenti di pullman si presentano nei nostri uffici, ascoltano le nostre proposte ma alla fine quasi sempre rispondono no grazie. I motivi? Si tratta per lo più di giovani che percepiscono l’indennità di disoccupazione o magari il reddito di cittadinanza. Riescono a mettere insieme 1000-1200 euro senza troppa fatica, e quando sentono che qui si tratta di lavorare per l’intera giornata in genere fanno dietrofront. Certo, si tratta di un lavoro piuttosto impegnativo, magari le ore di guida effettiva sono mediamente inferiori a quelle di un autotrasportatore, diciamo 5-6 rispetto alle 9 di un camionista, ma quando si tratta di accompagnare comitive in gita l’impegno è spalmato su tutto l’arco della giornata, una prospettiva evidentemente non molto gradita".
Quello che sta succedendo alla Lorenzini - una cinquantina di autisti con diverse tipologie di contratto - è la conseguenza di una tendenza positiva in termini economici, perché legata alla ripartenza della filiera turistica, ma la ripresa ha portato con se’ non poche difficoltà".
«Il problema è reale - conferma Angelo Matellini, direttore Cna - e ha origini diverse. Ci sono anche aspetti di carattere culturale, le famiglie continuano a puntare per i ragazzi su sbocchi professionali tradizionali, a cominciare dal mitico posto fisso in banca o in Comune, senza rendersi conto che il mondo è cambiato, il mercato del lavoro richiede nuove professionalità e l’autista è una di queste. Serve, oltre che uno sforzo culturale, anche una più efficace politica di rilancio degli istituti tecnici per dare risposte alle esigenze delle aziende. Poi ci sono questioni pratiche ed economiche. Come la difficoltà e l’onerosità di conseguire la patente professionale. Certe perplessità sono comprensibili, però va considerato che al sacrificio economico iniziale poi in genere corrispondono prospettive quasi certe di occupazione. Di certo si tratta di superare, rispetto a certe professioni, diffusi luoghi comuni che non hanno più ragion d’essere".