Sta provocando "profonde alterazioni degli ecosistemi", compromettendo la riproduzione di alcune specie ornitiche tipiche dell’ambiente acquatico locale. Ma soprattutto, sta arrecando danni alle produzioni agricole ed è la principale causa dei danni agli argini dei canali irrigui e dei corsi d’acqua che solcano la vallata del Magra. Così, da ieri, la nutria è stata ufficialmente ’messa al bando’ da un provvedimento di Regione Liguria, con cui è stato approvato il piano di controllo della specie. Che, in soldoni, prevede cattura e abbattimento del roditore, importato circa un secolo fa per alimentare il settore dell’allevamento – finalizzato alla produzione di pellicce – e oggi diventato un problema scomodo per il territorio. Un piano, quello approvato dal Settore fauna selvatica, caccia e vigilanza venatoria della Regione, che riguarda da vicino soprattutto la Val di Magra, dove è presente da decenni una vasta colonia composta da svariate centinaia di esemplari, che da tempo ha trovato l’habitat naturale nelle zone umide e tutelate del Parco regionale di Montemarcello Magra-Vara.
"Le problematiche causate dalla specie in queste aree sono riferibili a danni alle colture agricole e, soprattutto, a danni alle opere arginali del Canale Lunense, opera idraulica costituita da una rete di canali di bonifica" si legge nella relazione allegata al piano di controllo, che definisce le modalità per la realizzazione degli interventi finalizzati "al contenimento e, se possibile, all’eradicazione della specie in Liguria, in quanto entità alloctona invasiva e, pertanto, in grado di alterare gli equilibri all’interno degli ecosistemi in cui è presente".
Come? In primis con la cattura mediante gabbie-trappola e la successiva soppressione; in alternativa, con l’abbattimento diretto. Nel territorio del Parco naturale regionale di Montemarcello Magra Vara, tuttavia, sarà consentita solo la prima modalità, con la soppressione delle nutrie catturate "deve avvenire nel minor tempo possibile dal momento della cattura". Gli interventi saranno coordinati dal Parco attraverso il Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale della Regione Liguria, che potrà avvalersi di coadiutori abilitati previo corso di formazione, e da conduttori e proprietari di fondi formati (ma che non potranno utilizzare armi da fuoco; ndr). Il Consorzio del canale Lunense, per le aree di pertinenza, potrà incaricare proprio personale strutturato, con qualifica di operatore autorizzato previa partecipazione ai corsi di formazione, e disporre l’acquisto di attrezzature di cattura, conformi ai requisiti richiesti, impiegabili per il controllo numerico della specie. "Gli interventi di limitazione devono assumere caratteristiche di capillarità e continuità sia temporale che spaziale" viene evidenziato nella relazione, che fissa in cinque anni la durata del piano per la riduzione della presenza della nutria, e che evidenzia come, "tenuto conto che l’obiettivo auspicabile, anche se di difficile attuazione, è l’eradicazione della nutria dal territorio regionale, non sono previste limitazioni numeriche al prelievo".
La raccolta dei dati relativi al numero degli abbattimenti effettuati e delle attività svolte verrà trasmessa poi ad Ispra, che il 17 dicembre scorso con una nota aveva espresso parere favorevole al piano, "ritenendolo coerente con l’attuale quadro normativo in quanto finalizzato all’eradicazione o al forte contenimento della nutria, specie alloctona in grado di esercitare un forte impatto negativo sulle attività umane e sull’ambiente, ritenendo accettabili i metodi indicati per il controllo diretto delle popolazioni della specie".