MASSIMO BENEDETTI
Cronaca

Le ragioni di un fallimento sportivo Oltre quaranta infortuni con recidive

E’ chiaro che qualcosa non ha funzionato e la domanda va girata a chi, a luglio 2022, ha fatto delle scelte .

Le ragioni di un fallimento sportivo Oltre quaranta infortuni con recidive

di Massimo Benedetti

L’unica magra, magrissima, consolazione è che è finita la sofferenza. Lo Spezia non ce l’ha fatta a rimanere in serie A, la deadline è stata lo sciagurato spareggio di Reggio Emilia contro il Verona, come del resto quasi tutta la stagione. In cui, forse, ci si era illusi che il lieto fine fosse facilmente raggiungibile. Ecco, il primo grande rammarico guardando a ritroso questo fallimento sportivo, è che ad un certo punto del finale di stagione società, dirigenza, allenatore e giocatori non si sono resi conto di trovarsi sul Titanic che stava affondando. Tante, troppe, le occasioni perse in nome della speranza nella prossima partita, che a parte le clamorose vittorie contro Inter e Milan, non ha portato mai al risultato sperato. Nessuno scontro diretto vinto. L’ultimo, quello di Lecce, si può dire che lo Spezia abbia giocato veramente per i tre punti? No, alla fine ci si è accontentati, perché tanto poi qualche altro punto sarebbe arrivato. Invece no. E’ rimasto l’ultimo. Pensare che ci si sarebbe salvati senza lo spareggio con 32 punti, fa ancora di più pensare che lo Spezia abbia fallito la permanenza in serie A nella stagione più facile.

Qual è il peccato originale? Tante sono state le cause di questo insuccesso, al di là di quelle tecnico-gestionali, vogliamo puntare il dito sugli infortuni. Sono stati troppi, ben oltre quaranta e con più di dieci recidive. Lo testimoniano le moltissime assenze in questo decisivo finale di stagione, con calciatori che non guarivano mai (vedi Maldini) e altri che finivano per avere ricadute (Bastoni). Lo scorso anno ci si era fermati a quattordici con zero recidive e più o meno i soliti numeri anche nella prima stagione nel massimo campionato.

Che qualcosa non abbia funzionato è sotto gli occhi di tutti e la domanda va girata a chi, a luglio 2022, ha fatto delle scelte.

E qui il tanto bersagliato Macia, capro espiatorio in queste ore, non c’entra proprio nulla.

E adesso cosa succederà? Nel nostro commento post-spareggio, abbiamo scritto chissà quando rivedremo lo Spezia in serie A. Forse presto, se si farà tesoro degli errori e si imposterà veramente la prossima stagione per cercare di risalire. Iniziando dalla scelta del nuovo allenatore, che non deve essere sbagliata. La retrocessione può anche non essere una tragedia, come non la è stata per Il Genoa e per il Cagliari che pur durante la stagione hanno fatto i loro sbagli, ma hanno superato i problemi con le scelte giuste.

Ricordandosi sempre di non cullarsi sugli allori, basta guardare cosa è successo a Benevento, Spal e Brescia in questa stagione e al Crotone nella precedente. Ma sono realtà, in questo momento, ben diverse dallo Spezia. Vrenna e Vigorito, presidenti di Crotone e Benevento, volevano mollare dopo la retrocessione dalla A, ma non sono riusciti a vendere e sono andati avanti per inerzia. La situazione del Brescia, con Cellino, era altrettanto problematica.

Lo Spezia ha invece la certezza di una proprietà che non ha alcuna intenzione di mollare e anzi è motivata a fare un campionato di serie B al vertice. E’ anche in quest’ottica che è stata decisa la conferma di Macia: cambiare ancora direzione tecnica avrebbe portato a un’ulteriore perdita di tempo. Invece il prossimo allenatore deve essere scelto al più presto, in modo che possa programmare subito e al meglio la risalita.