ELENA SACCHELLI
Cronaca

Legambiente sul Tino: "La Marina non può disporne in esclusiva"

L’associazione si dichiara fortemente preoccupata per la situazione "Il Comune dovrebbe essere garante di una gestione nell’interesse pubblico".

Un’immagine di archivio dell’isola del Tino

Un’immagine di archivio dell’isola del Tino

L’isola del Tino, come noto, ospita un faro della Marina Militare ed è ancora soggetta a servitù militari che la rendono di norma non visitabile, salve precise e rare eccezioni, in occasione della ricorrenza di San Venerio, nonostante sia inserita all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Venere. Le restrizioni l’hanno protetta, limitando la pressione antropica. Ma il fatto che la Marina la gestisca in esclusiva solleva la "forte preoccupazione" di Legambiente La Spezia.

"Le recenti manifestazioni che hanno a tema l’Isola hanno fatto emergere in modo ancora più evidente una criticità che è stata ben analizzata e denunciata dal Centro di Monitoraggio del Parco di Porto Venere – sostiene Legambiente –: la totale assenza di Comune e Parco dalle politiche gestionali di quella parte così importante di Golfo". Secondo l’associazione "il Comune dovrebbe essere garante di una gestione dell’Isola nell’interesse pubblico, garanzia che non può essere espletata dalla Marina Militare (che ha solo “in uso” quella che è una porzione del Demanio Marittimo), tantomeno da soggetti privati, per quanto mossi da lodevoli intenzioni, come la rete di associazioni che vi opera".

Prosegue Legambiente: "Il Parco (di cui il Tino è parte integrante e importante) dovrebbe soprattutto assicurare l’applicazione degli strumenti di gestione previsti dalla legge: il Piano del Parco e, in particolare, il Piano di Gestione della Zona Speciale di Conservazione “Tino e Tinetto”. Regione, Stato e Unione Europea rappresentano la catena di controllo per il mantenimento delle specie botaniche e faunistiche di interesse conservazionistico e dei relativi habitat; di cui il Parco di Porto Venere, ente gestore della ZSC, è soggetto garante ma che risulta del tutto depotenziato dalle politiche attuate da Regione e Comune ormai da lungo periodo".

Il timore di Legambiente è che "qualsiasi attività, anche mossa dalle più lodevoli intenzioni, possa arrecare danno alle componenti naturali dell’Isola, proprio nel momento in cui si hanno finalmente a disposizione gli studi del Piano di Gestione che forniscono anche precise indicazioni su come tutelare le emergenze e superare le problematiche".

L’associazione, dunque, denuncia "con forza la situazione paradossale di una sorta di “extraterritorialità” di quella parte di Golfo; ci riserviamo di denunciare questo contesto alle istituzioni europee preposte, in particolare se gli Enti locali non provvederanno a coinvolgere in tempi certi tutti i soggetti potenzialmente interessati, comprese le associazioni ambientaliste, attorno ad un tavolo con l’obiettivo di tornare a perseguire le normative di settore e l’interesse pubblico".