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La copertina di The Spezziner dedicata all’antica arte giapponese del Kintsugi
Il padre di ‘The Spezziner’ è Mauro Baraldi. A lui, fotografo e presidente dell’associazione Studio 18, è venuta in mente l’idea di questo progetto, sulla scia di The New Yorker. Da quel gennaio 2023 sono passati ormai due anni. Soddisfatto di quanto avete realizzato?
"Molto, soprattutto dopo 140 edizioni di The Spezziner. In Italia c’erano già iniziative simili, a cominciare da The Milaneser – spiega Baraldi –, adesso parliamo di quasi 80 realtà. Stiamo infatti ragionando con il Comune di organizzare una fiera e invitarle tutte a presentare i loro lavori alla Spezia. Il nostro progetto piace alle persone e agli artisti perché riescono a ottenere, escludendo i nomi importanti tra cui ricordo Bellani, Tomaino, Braida, Cimino e Giuliano, una buona visibilità. Certo, ognuno dovrebbe poi cavalcare l’onda e autopromuoversi, ma non sempre accade. Chi vorrei nel gruppo insieme agli altri? Intanto Yoshin Ogata".
La prima opera, nel numero targato dicembre 2022, è di Dario Baracco. Come è nata la scelta?
"Si tratta di un disegno di una bifora di Porto Venere che aveva prodotto. Quando ho iniziato era la prima vera opera di cui disponevo e sono partito. Man mano si sono avvicinati altri artisti, grazie al passaparola o agli amici degli affiliati".
Quindi, come procedete nella scelta?
"Ogni settimana deve uscire una nuova copertina. Abbiamo una chat comune dove ogni membro può fare una proposta. In base al piano editoriale, io, Italo Tosti e Melania Sebastiani (che si occupa in particolare della comunicazione), decidiamo. Diverso è quando ci sono degli eventi, come potrebbero essere il Palio del Golfo o la vicina Fiera di San Giuseppe. A quel punto, chiediamo chi abbia nelle corde un’opera e poi valutiamo, sicuramente non obblighiamo nessuno. L’uscita è prevista il martedì o il mercoledì, mentre l’eventuale special edition il venerdì o il sabato".
A proposito, al di là della copertina per il patrono, ne avete in mente altre?
"Al rientro della Nave Vespucci in Italia, quando passerà dalla Spezia a giugno, presenteremo una copertina celebrativa disegnata da Giovanni Medusei. Ma stiamo pensando anche ad altre iniziative, tra cui una mostra specifica sull’evento, al Cantiere della Memoria delle Grazie".
Il vostro è un progetto autofinanziato. Come funziona?
"Le copertine, in copie limitate, sono numerate e in vendita, in differenti formati, sul sito thespezziner.com. Non parliamo di un commercio importante, non siamo un’azienda ma un’associazione il cui obiettivo è portare avanti un progetto culturale particolare. Ovviamente ci sono costi di gestione elevati, diciamo che se si vendono delle copertine, il ‘giocattolo’ si mantiene in vita. Una parte del ricavato, naturalmente, va agli artisti, che mantengono pure la proprietà dell’opera originale".
Si possono acquistare solo sul sito?
"Non abbiamo dei centri mirati dove diffonderle, comunque le librerie Ricci e Il Contrappunto hanno recentemente accettato di esporle. Sarebbe eccezionale riuscissimo a farlo anche in altri negozi e location".
Quali copertine hanno riscosso maggiore successo?
"Tra le più apprezzate, quella dedicata alle crociere, realizzata da Samuele Di Capua, che al Terminal hanno comprato per trasformarla in strenna natalizia. Tante poi ne sono state vendute, grazie all’impegno dell’Autorità portuale,sul rientro della Nave Palinuro, 150 copertine che sono state consegnate all’equipaggio sul ponte davanti al comandante".
Il tema è libero? Ma qualche volta vi è capitato di dover censurare?
"Assolutamente sì, tema libero: chiunque può proporre ciò che desidera. Certo, però, ci sono dei limiti. Non amiamo temi spiccatamente politici. Non vogliamo entrare in quei discorsi, soprattutto se sono di forte contestazione di parte. Qualche esempio capitato? Contro le crociere o l’Arsenale militare, ad esempio".
Ah, come mai c’è anche una fotografia tra le vostre copertine pittoriche?
"Quella di Salvadeo è l’unica che abbiamo accettato, ci tenevamo a inserirla, nel contesto giusto, da parte di un maestro. Io stesso sono fotografo, ma le mie copertine le realizzo con una tavoletta grafica".
Tutti artisti spezzini?
"Su 70, sono in 66. Ve ne sono perfino di fuori regioner. Quanto producono, però, riguarda ovviamente Spezia. Il più esperto è il poliedrico Cimino, che ha 86 anni (compiuti ieri, ndr.), il più giovane, il ventenne illustratore Garibbo".
Svariate le vostre partecipazioni fisiche sul territorio, qual è stata la manifestazione che ha maggiormente nel cuore?
"Senza dubbio ‘Disart’ al Camec. In quell’ambito The Spezziner ha proposto un format laboratoriale coinvolgente, capace di mettere in dialogo un centinaio di studenti di tutte le età, artisti e cittadini. I ragazzi si sono confrontati direttamente con noti pittori: un’esperienza che non solo ha avvicinato i giovani al mondo dell’arte, ma li ha resi protagonisti attivi di un processo creativo".