FABIO BERNARDINI
Cronaca

Lontani, ma vicini con il cuore I supporter che vivono fuori città

’Emigrati’ per motivi di lavoro vivono con ancora maggiore trepidazione il momento storico dello Spezia che lotta per la A

di Fabio Bernardini

Lontani ma vicinissimi col cuore. I tanti spezzini che risiedono lontano dalla nostra città, emigrati per motivi lavorativi, vivono con ancora maggiore trepidazione il momento storico dello Spezia. È il caso di Leonardo Neri, da diciotto anni residente a Parma: "Prenderò ferie per venire a Spezia a vedere alla tv la partita delle Aquile contro il Chievo. La guarderò insieme agli amici del Gruppo Fedelissimi Mazzetta. Sono giorni di orgoglio per tutti noi, specie per chi come il sottoscritto è lontano dal Golfo. Agli amici parmensi ho detto che sarebbe l’ora che anche noi spezzini riuscissimo a coronare il grande sogno della Serie A. Il fatto di non vivere più nella mia città natale non ha affievolito l’amore per essa e per le Aquile, ma anzi l’ha rafforzato". Sulla falsariga Alessio Pinza, da quattordici anni residente in provincia di Mantova: "Quando guardo dov’è ora lo Spezia mi vengono le vertigini. Per me che ho sempre seguito le Aquile con passione nonostante la lontananza, è un motivo di grande orgoglio vederle così in alto. Anche in Lombardia, negli ultimi anni, lo Spezia è visto con occhi diversi, con più rispetto e timore. Facendo i debiti scongiuri la promozione in Serie A sarebbe la realizzazione di un sogno, il completamento positivo di un percorso pluriennale, spesso accidentato, che ha le sue radici negli anni ‘80, ai tempi della C2. La massima serie era qualcosa di impensabile fino a qualche anno fa, ora ci sono possibilità concrete di fare il grande salto". Sensazioni sui generis le sta provando Antonio Mameli, dal 2003 residente a Pisa: "Vivo con un’ansia estrema il momento storico delle Aquile, sicuramente con una sensibilità maggiore di quella percepita a Spezia dato che sono circondato dalle ‘gufate’ dei pisani. Verrò a Spezia a seguire in qualche bar le partite, insieme alla mia gente. Noi spezzini siamo testati dalle cicatrici conseguenti a anni di delusioni, questa volta vorrei finalmente esultare". Singolare, infine, la storia di Massimo Gammino, 48 anni, nativo di Torino, di fede granata e aquilotta, definito il ‘Totem’ portafortuna dei bianchi: "La mia prima partita fu Juventus-Spezia a Torino, la vidi con gli amici spezzini dell’ex Gruppo Elegante, in curva con loro, e da lì mi appassionai ai colori bianchi. Visto che portai fortuna, dato che gli Aquilotti di Soda trionfarono 3-2, venni a vedere anche la partita dei playout Spezia-Verona terminata 2-1 per i bianchi. Ricordo che uscendo dal ‘Picco’, quella sera, annunciai il risultato del ritorno, 0-0 al ‘Bentegodi’, che poi puntualmente si verificò. Da quel momento ho sempre seguito con affetto lo Spezia al punto che, per trasmettere la mia alea positiva alle Aquile, verrò in città a tifare i colori bianchi nella finalissima. Non è un caso che mi abbiano soprannominato Totem delle Aquile".