Un anno fa l’accordo-aprista fatto di buoni propositi, a breve l’intesa che – rimettendo mano ai patti pregressi, tenendo conto dei cambiamenti di scenario intervenuti – delinea nero su bianco investimenti e riflessi occupazionali legati alla realizzazione delle opere del terzo bacino previsto dal piano regolatore portuale del (lontano) 2006. Così – sbrogliata un’intricata matassa di atti, esaurita da stagione dei ricorsi che aveva imbrigliato il processo attuativo, avviata in via del Molo la politica dell’ascolto a 360 gradi – Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Orientale e La Spezia Container Terminal (controllata dal Gruppo Contship) trovano la quadra per la "revisione non sostanziale" del cosiddetto accordo sostitutivo che fissa la durata della concessione demaniale connessa al piano d’impresa. Lsct, dopo il lungo (e a volte acceso confronto) approdato alla meta, ha depositato l’istanza formale il 30 giugno. La firma del nuovo patto è imminente. I contenuti trapelano dal riserbo sull’onda delle pubblicazioni degli atti all’albo pretorio e delle tappe informative e deliberative passate dall’Organo di partenariato della risorsa mare e dal Comitato di gestione dell’Authority. Quest’ultimo, lunedì scorso, ha dato mandato al presidente Mario Sommariva (che con l’Ufficio Demanio ha tessuto le fila dei confronti) di procedere alla sottoscrizione.
Alle porte, solo per l’ampliamento del molo Ravano e l’infrastrutturazione tesa alla movimentazione dei container, ci sono investimenti per 277 milioni di euro, 125 milioni destinati alle opere civili, il resto al cosiddetto equipment, ossia maxigru e mezzi operativi di nuova generazione. L’ammontare delle risorse è di poco superiore a quello previsto nel 2015, ma all’epoca l’investimento interessava anche l’ampliamento del lato est del molo Garibaldi. Questa operazione è traslata: sarà definita a fine 2032 dopo un’analisi di mercato. Al suo evolversi, previa istanza, potrà essere rimessa mano alla durata della concessione. La scadenza, allo stato degli atti, è proiettata al 2067 (due anni in più rispetto a quella precedentemente indicata per effetto delle proroghe indotte dall’emergenza Covid).
Cosa accadrà sul piano dei posti di lavoro? I dipendenti diretti di Lsct passeranno dai 615 attuali a 694 nel 2026, con un impatto occupazionale esterno ed indotto che, secondo le previsioni in progress, avrà il suo apice nel 2033, con 2900 unità in luogo delle 2256 attuali: insomma 644 nuovi posti di lavoro in totale, fra diretti e indotti. Ciò in parallelo alla crescita del traffico annuale dei container: passerà dal milione e 215mila attuali al milione e 900mila a regime, con una capacità di banchina di 2 milioni.
In attesa di annunci ufficiali, dichiarazione rituali, ansie da impatto, la prima reazione arriva dal fronte sindacale. "C’è soddisfazione per la chiusura di un percorso sul quale abbiamo sempre creduto in virtù degli impegni che il Gruppo Contship ha sempre mantenuto nel nostro porto e nel nostro territorio" dice Marco Furletti, segretario di Uil Trasporti, che mette le mano avanti: "L’importante crescita occupazionale prevista a seguito degli ampliamenti delle banchine dovrà tenere conto degli indirizzi previsti dal Piano Operativo Triennale, ovvero favorire l’ingresso nel mondo del lavoro portuale di giovani, donne e soggetti svantaggiati, in linea con una delle missioni previste dal Pnrr". Intanto già avviati, dalla Scuola del nazionale dei trasporti, i corsi per le nuove professionalità richieste e imposte dall’era meccatronica.
Corrado Ricci