ALINA LOMBARDO
Cronaca

Ludovica in ufficio insieme alla mamma: “Si deve declinare al femminile il ruolo a lavoro”

Francesca Tonelli, presidente del Canale Lunense, ha rinunciato al congedo di maternità. E ha subito ripreso la routine quotidiana portando con sé la primogenita che oggi ha due mesi

Ludovica con la figlia in ufficio

Ludovica con la figlia in ufficio

Sarzana (La Spezia), 6 marzo 2025 – Una gravidanza senza problemi. Un lavoro impegnativo, di responsabilità, che si svolge prevalentemente in ufficio. Scadenze importanti che sarebbe stato meglio non rinviare. Ma, soprattutto, il desiderio di tenere insieme, senza interruzioni temporali, gli elementi più importanti della propria vita: la sfera privata e quella lavorativa. È così che Francesca Tonelli, ingegnere, presidente del Consorzio di Bonifica Canale Lunense, ha deciso di cogliere l’opportunità offerta dall’ente per cui lavora e rinunciare al congedo di maternità. Riducendolo a sole due settimane. Quelle successive al 14 dicembre, giorno in cui ha dato alla luce la sua primogenita. “La gravidanza - racconta - non è una malattia o una limitazione.

La mia è stata un bel percorso. Sono sempre stata bene, quindi me la sono sentita di lavorare fino al giorno prima del parto e di riprendere subito dopo”. Non solo. Dopo la brevissima assenza, non ha ripreso la routine quotidiana in ufficio da sola. Lo ha fatto, e lo fa, portando con sé la piccola Ludovica. “Credo che per una donna che lavora - spiega -, che svolge la professione scelta e per la quale ha studiato e che ricopre un ruolo gratificante, la gravidanza prima e la maternità dopo non debbano e non possano essere qualcosa di limitante. Al contrario, sono un valore aggiunto”.

Opinione controcorrente in un mondo del lavoro in cui gravidanza e maternità sono ancora largamente considerate limitanti delle capacità lavorative delle donne. Periodi in cui sentimenti ed emozioni si amplificano, rendendole particolarmente sensibili. Una sensibilità spesso erroneamente ancora confusa con la fragilità, quindi con l’inaffidabilità. “Non è assolutamente così - protesta Tonelli –. Al contrario, una aumentata sensibilità consente di avere una visione più ampia, di cogliere sfumature importanti nelle scelte, nei giudizi, nelle decisioni. Siamo nel 2025, ma per le donne nel mondo del lavoro ci sono ancora delle cose che devono evolvere”. Molte, in realtà. Da dove cominciare? “Dal declinare al femminile il ruolo che si riveste piuttosto che insistere ancora sulle quote rosa. Forse quel meccanismo andava bene in passato. Ci ha consentito di arrivare a ricoprire ruoli che prima erano riservati esclusivamente agli uomini. Ma adesso bisogna andare oltre. Bisogna smettere di mascolinizzarsi per ricoprire certe posizioni. Dobbiamo smettere di essere noi ad adattarci al ruolo ma, al contrario, declinare il ruolo al nostro essere donne”.

Un bel ribaltamento. Tonelli lo sta facendo. Funziona? “Penso che portare un bambino al lavoro - sottolinea - sia una cosa preziosa. Lo è per me oggi ma penso lo sarà anche per mia figlia domani. Crescere e frequentare posti che non sono soltanto la casa o la famiglia ritengo sia molto importante. E poi, la presenza di un bambino riesce sempre a creare un’armonia diversa, più positiva per tutti, anche sul luogo di lavoro”. E sia. Ma non tutte le professioni e gli ambienti lavorativi lo consentono.

“Vero. E so di essere fortunata. Ma intanto si dovrebbe cominciare a farlo ogni volta che si può, in modo che gli esempi come il mio non siano episodi isolati ma sempre più diffusi. Nelle situazioni in cui non è possibile, invece, bisogna impegnarsi perché si creino degli spazi per accogliere i figli dei dipendenti. Sono ancora pochi, ma gli esempi non mancano. Ecco, quelle sono delle ottime soluzioni. E non solo per le mamme ma per entrambi i genitori. Perché permettono di condividere non soltanto la vita domestica o le ore da ricavare nel tempo libero, ma anche il tempo del lavoro”.