
"Ci siamo fatti in quattro per garantire il servizio di vaccinazione anticovid alla popolazione sarzanese. Anziani e forze dell’ordine sono stati vaccinati tutti qui, in un ambiente sicuro. Adesso dopo poco più di 2 mesi, tutto questo non serve più?". C’è tensione tra il personale sanitario e non che opera alla casa della Salute di via Paci e la causa del malumore che aleggia tra i dipendenti e i volontari rientrati in servizio è chiara: la centrale operativa per il tracciamento dei contagi da covid sita al primo piano soppalcato e gli annessi ambulatori di vaccinazione inaugurati in pompa magna solo pochi mesi fa – il 15 febbraio – verranno trasferiti altrove per lasciare spazio alla neuropsichiatria infantile. Ma la scelta, che pare essere già stata presa, non è condivisa.
"Questo è un momento cruciale per le sorti non solo di Sarzana, ma dell’Italia – ci confessa un medico che lavora alla casa della Salute –. L’obiettivo che viene ribadito ovunque è quello di riuscire a somministrare ben 500mila dosi di vaccino al giorno. È davvero questo il tempo di smantellare in toto una sede di tracciamento e somministrazione vaccinale che funziona? No, mi pare ovvio". In Asl 5 a mancare, ancora una volta, è non solo la comunicazione, ma la visione, l’idea di programmare qualcosa che duri nel tempo. Sia chiaro non si tratta di non voler fare spazio a minori affetti da problematiche cognitive oltre che motorie, è esattamente l’opposto: quei pazienti, a detta degli impiegati e del personale sanitario che opera in via Paci, meriterebbero qualcosa di più. "Crediamo che a quei bambini servano spazi ampi e funzionali ai loro bisogni -prosegue un’infermiera- hanno bisogno di verde e di sale accoglienti, questo non è il posto adatto. Quelli collocati al primo piano della casa della Salute sono spazi piccoli adatti ad altri scopi. Se poi malauguratamente dovessi guastarsi l’ascensore l’accesso non sarebbe sempre garantito".
Le idee su come riorganizzare quegli ambulatori siti alle porte del centro storico sarzanese una volta conclusa la pandemia non mancavano di certo, ma pare che ormai sia già troppo tardi. "Aver agito in questo senso significa non conoscere affatto il territorio – torna alla carica il medico – a Sarzana non si è mai voluto fare un centro tamponale che alla casa della Salute, considerata anche la vicinanza alle scuole superiori e la necessità di monitorare studenti e personale, sarebbe stato perfetto. In alternativa si sarebbe potuto potenziare il consultorio o fare un laboratorio analisi, purtroppo invece no. L’ufficio Igiene, perdendo l’enorme aiuto dei volontari che saranno dislocati altrove si ritroverà oberato di lavoro e le conseguenze saranno inevitabili: il territorio perderà progressivamente servizi utili alla cittadinanza".
Elena Sacchelli