REDAZIONE LA SPEZIA

Manager della giustizia

Bruno La Rosa assume le redini dell’azienda e provvederà alle giuste retribuzioni

Ora la svolta, col sigillo dell’autorità giudiziaria che apre il nuovo corso all’insegna della legalità. Non solo gli arresti, le perquisizioni con corredo di sequestri preventivi per 900mila euro e i sequestri probatori nei cantieri teatro dei fatti. Ma anche il decreto che dispone il "controllo giudiziario dell’azienda". Lo ha firmato il gip Mario De Bellis, accogliendo l’istanza del pm Antonio Patrono. Si tratta della prima applicazione in Italia di una norma del 2016 nei procedimenti per "caporalato" per riportare la legalità delle aziende incriminate, in questo caso la Gs Painting, con vantaggio per gli operai che da schiavi tornano ad essere considerati esseri umani, col riconoscimento dei diritti in capo ai lavoratori. Il loro capo ora è il dottor Bruno La Rosa, apprezzato consulente di fiducia del Tribunale, con pregresse esperienze di amministrazioni giudiziaria.

La mossa, oltre a ridare dignità al lavoro nei cantieri innescando la giusta retribuzione, si fa garanzia di sviluppo dell’attività imprenditoriale, al servizio dei committenti: i cantieri navali dedegli yacht, verso i quali allo stato non si muovono contestazioni. E al tempo stesso, dopo la tutela offerta, indiretto invito alla vittime a contribuire a prosieguo dell’inchiesta. Saranno parti offese nel procedimento, con possibilità di recupero per via giudiziaria di tutto quello che a loro è stato sottratto per effetto dello sfruttamento. La stessa pena prevista dal codice penale ai responsabili del reato di caporalato prevede, oltre la pena detentiva da cinque ad otto anni di reclusione, una multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato. Ergo: essendo 150 i lavoratori sfruttati, si profilano multe fino a 300mila euro nei confronti di coloro che, all’esito del giudizio, risulteranno responsabili del reato.

C. R.