La Spezia, 28 giugno 2021 - Dare il via libera ai dipendenti Asl che vogliano effettuare turni aggiuntivi nelle strutture private nel rispetto dei limiti orari imposti dalle normative. C’è anche questa soluzione tra le proposte messe in campo dall’Ordine per cercare di porre un argine alla cronica carenza di personale infermieristico. Un problema che riguarda le strutture ospedaliere, come è noto, ma – in questa fase di emergenza pandemica – anche e soprattutto le strutture private, ossia case di riposo e residenze sanitarie. Negli ultimi tempi le difficoltà si sono fatte sentire anche sul nostro territorio, soprattutto da quando sono partite le assunzioni a tempo determinato da parte di Asl5. Una buona parte di chi in queste settimane sta entrando in servizio nei due nosocomi della provincia, proviene infatti dalla sanità privata, che dunque, mentre migliora la situazione nelle degenze ospedaliere, vede scendere le proprie dotazioni organiche. "Quasi ogni giorno – spiega Francesco Falli, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche – ci raggiungono telefonate o mail di responsabili di questo settore: ci chiedono nominativi di infermieri per assunzioni immediate, anche a tempo indeterminato. Ma contrariamente a un tempo che fu, non ci sono colleghi a disposizione".
Di possibili strategie per superare l’impasse, hanno parlato recentemente anche i rappresentanti della Federazione nazionale infermieri (Fnopi) e i responsabili dei grandi gruppi socio-sanitari presenti sia sul territorio nazionale sia nella nostra zona: un’occasione di confronto nel corso della quale i referenti della Federazione hanno avuto modo di ribadire con convinzione le proposte già avanzate nel 2020. La prima richiesta riguarda proprio l’allargamento del vincolo di esclusività: permettere a chi lo desidera, e quindi su base volontaria, oltre all’orario coperto nel “pubblico’’ di esercitare anche nelle strutture private – questo il ragionamento – consentirebbe subito un netto miglioramento dell’attualmente situazione, realmente critica.
Ma c’è di più. Anche in Liguria si propone infatti l’attivazione di un confronto a livello regionale per l’aggiornamento delle regole di accreditamento delle strutture, con revisione del modelli organizzativi e assistenziali, promuovendo lo sviluppo delle varie figure professionali in un’ottica di coordinamento e pianificazione dell’intervento. "Qualcosa – precisa Falli – che la Regione ha già iniziato a percorrere con i corsi per Oss con formazione complementare: una figura che non può in alcun modo sostituire un infermiere. Resta poi fondamentale – aggiunge il presidente Opi –, soprattutto nell’ottica di una maggiore attrattività per i corsi di laurea la richiesta di valorizzare la professione infermieristica in termini economici e favorendo percorsi di carriera professionale in ambito manageriale e clinico su ipotesi troppo spesso ferme al palo: un chiaro esempio, l’infermiere di famiglia e continuità".
Roberta Della Maggesa