
Maralunga, ormai è guerra totale. Il Tar condanna il Comune di Lerici: "Consegni i documenti alla società"
È guerra totale a Maralunga tra la Cala Verde, società intenzionata a trasformare lo storico ex camping in un complesso residenziale, e il Comune di Lerici, che da mesi si sta opponendo al progetto. Ieri l’ennesimo tassello di una vicenda aggrovigliata, con la sentenza con cui il Tar ha condannato il Comune a consegnare alla controparte la relazione vergata dagli uffici comunali con cui l’amministrazione ha sospeso nei mesi scorsi sia la pratica relativa al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, sia quella relativa al rilascio del permesso a costruire. Una relazione che avrebbe – il condizionale è d’obbligo – evidenziato delle difformità fra lo stato legittimo degli immobili risultante dagli atti dell’edilizia privata e quello rappresentato come stato attuale nelle pratiche presentate dalla società, e che di fatto ha arenato l’iter per la realizzazione del progetto. Il Comune di Lerici sin dalle battute iniziali si era detto contrario all’iniziativa immobiliare che punta alla demolizione di tutti i manufatti destinati al campeggio nonché dei fabbricati a destinazione residenziale, e alla succesiva ricostruzione degli edifici residenziali attraverso i benefici del Piano Casa. La società aveva dapprima presentato un’istanza di autorizzazione paesaggistica e, successivamente, ha richiesto un permesso a costruire, anche alla luce del fatto che la Soprintendenza aveva espresso il proprio parere favorevole sulla richiesta di autorizzazione paesaggistica. Parere, quest’ultimo, che peraltro era finito nel mirino proprio del Comune, che nei mesi scorsi aveva presentato ricorso al Tar contro la Soprintendenza per ottenere l’annullamento del parere dell’ente di tutela (il tribunale non ha accolto l’istanza per la sospensiva del provvedimento; ndr). Il Comune ha tuttavia congelato l’iter e la Cala Verde, oltre a presentare ricorso al Tar contro la sospensione, ha voluto vederci chiaro: dopo aver tentato invano di accedere alla documentazione a causa del diniego opposto dagli uffici, ha bussato alle porte del Tar per accertare l’illegittimità del diniego all’accesso agli atti. I giudici del tribunale amministrativo hanno accolto il ricorso, sottolineando che "la motivazione del diniego di accesso esuli dai casi tassativi nei quali l’accesso può essere negato" e condannando il Comune non solo a consegnare la relazione alla società entro trenta giorni, ma anche al pagamento delle spese legali.
Matteo Marcello