REDAZIONE LA SPEZIA

Marasà scommette sul pescaturismo "Non molliamo"

L’ultimo pescatore di Porto Venere, erede di una tradizione millenaria, rilancia la vocazione

"Porto Venere antico borgo di pescatori". E’ la rappresentazione storico-iconica ricorrente del borgo che nei secoli passati fece della pesca la linfa economica della comunità. Da decenni non è più così. Ma c’è ancora chi, tra mille fatiche, si ostina a tenere alta la bandiera identitaria. E’ Maurizio Marasà, l’ultimo pescatore di Porto Venere: 35 anni di lavoro sul mare per deliziare il palato di residenti e turisti, da 18 anni a questa parte insieme alla compagna Daniela Ghirri, sul Lupetto, l’imbarcazione-emblema di quella che, ancor prima di essere l’espressione di una pratica di sopravvivenza, è una vocazione.

Maurizio e Daniela costituiscono la coppia più salmastra del golfo. La stessa, ora, si lancia in una nuova avventura che salda tradizione ad innovazione. "Con tanti sacrifici siamo riusciti nell’impresa di far costruire una barca su misura per la praticare il pescaturismo: 10 metri di lunghezza, alta di bordo, sicura, comoda, attrezzata di tutto punta per la pesca a la cucina a... centimetro zero" dicono soddisfatti e quanto mai motivati a battere i nuovi orizzonti della pesca ’esperienziale’ .

La barca due giorni è comparsa a Porto Venere per un "inchino" accompagnato da suoni di trombe e applausi: un ’quadretto’ intriso di incoraggiamento alla coppia, con punte di vera e propria commozione, a bordo e in calata. La barca è giunta dal cantiere Austin Parker di Pisa; lì è stata completata la messa a punto strutturale dopo la costruzione dello scafo avvenuta al cantiere Navicelli. Ora è all’ormeggio al Valdettaro delle Grazie per l’allestimento in vista dell’uso estivo, per il quale ferve l’attività parallela burocratica: la richiesta dei permessi.

"Contiamo con giugno di iniziare al nuova attività. Ciò in parallelo al rimessaggio stagionale del Lupetto, che continuerà ad essere la nostra fonte invernale di sostentamento", dice Maurizio. La prospettiva è dunque quell’alternanza; la bella stagione si farà occasione per portare a spasso i turisti e far vivere loro l’esperienza della posa e del recupero delle reti a tramaglio e la successiva cottura a bordo delle prede. "Abbiamo configurato la barca per permettere ad ogni ospite di grigliare i pesci e gustarli a pranzo lungo costa, riempiendo occhi di bellezza e palato di sapori" dice Daniela.

Giornata tipo?

"Imbarco alle 10, navigazione verso il luogo di pesca, posa delle reti, attesa, recupero delle stesse e dei pesci ammagliati e loro cottura, bagni in luoghi incantevoli, musica ... Rientro previsto alle 16. Il tempo di rimettere in sesto la barca e ripartiremo con altri ospiti per l’aperitivo al tramonto".

Corrado Ricci