Ricordi di gioventù, approfondimenti, assonanze e commozione per lo scrittore spezzino Marco Ferrari, che innanzitutto riconosce quanto Francesco Vaccarone abbia avuto un’importanza strategica nella crescita culturale, politica e intellettuale della sua generazione. "Vaccarone ha dato moltissimo alla sua città in termini artistici e culturali – dichiara Ferrari, classe 1952 – contribuendo in maniera attiva, assieme a Valerio Paolo Cremolini, alla nascita del Camec quando ero presidente dell’Istituzione". Già nel 1966 aveva organizzato in città un convegno del Gruppo ’63 con Nanni Balestrini, Edoardo Sanguineti e Umberto Eco, di cui è rimasto sempre fiero. "Quando Giancarlo Fusco tornava alla Spezia, io, Francesco e Gino Patroni lo attendevamo al Bar Peola per un aperitivo". Per Ferrari è stato un amico fraterno. "Un uomo carico di ironia e sorrisi anche nei momenti difficili. Quando festeggiò i suoi primi quaranta anni, nel 1980, gli regalai l’lp di Paolo Conte ‘Un gelato al limon’. Corsi e ricorsi della storia, l’album è tornato di moda e pure i Conte non se la passano male in politica, nella canzone e nello sport. Quel long play era una sorta di risarcimento che gli dovevo dal lontano ’72, quando il maestro mi dotò della mia prima macchina, una Fiat 500 blu, con cui, da giovane cronista arrivavo sul luogo del delitto e aprivo lo sportello ancor prima di fermarmi. Solo che distrattamente non mi curai dell’olio e la povera 500 andò a fuoco". In realtà i risarcimenti poi arrivarono. "Gli organizzai una mostra alla galleria comunale di Piombino, allora feudo rosso, e scrissi un indimenticabile articolo su un’esposizione tenuta a Firenze dal titolo ‘La dimensione assente di Francesco Vaccarone’. Rammento soprattutto un viaggio a San Marino dove nel 1978 ci recammo a bordo della sua Ds Citroën. Ci pareva di stare in un film di Truffaut".
m. magi