Caro il mio matrimonio. Il sì in Via dell’Amore costa cinquemila euro. E scoppia la polemica

Anche il sentiero delle Cinque Terre entra fra le location da sogno. Gli invitati pagheranno l’ingresso, tranne sposi, genitori e testimoni. Ma è subito lite fra il Comune di Riomaggiore e quello della Spezia

Sposarsi sulla Via dell'Amore costa caro

Sposarsi sulla Via dell'Amore costa caro

Riomaggiore (La Spezia), 27 settembre 2024 – È stata riaperta da soltanto due mesi ed è già oggetto di desiderio e pomo della discordia. Nello Spezzino non si parla che della Via dell’Amore: mentre ad alimentare il sogno è uscita la notizia – data in esclusiva dal nostro giornale – dell’inserimento di questi 900 metri di meraviglia a picco sul mare nelle location concesse dal Comune di Riomaggiore per la celebrazione dei matrimoni, le polemiche divampano e segnano il dibattito politico. Questo scenario da favola non sarà per tutte le tasche, ma resterà appannaggio di sposi paperoni, così come accade per altri siti di incomparabile bellezza, dal Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze alla Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena: la tariffa per la concessione del sentiero più iconico delle Cinque Terre è infatti pari a cinquemila euro (500 euro se almeno uno dei due sposi è residente, ex residente, o figlio di residenti). Ma non finisce qui: perché fra le spese da sostenere ci sarà anche il pacchetto fatto da ticket e Cinque Terre Card necessario per l’ingresso per tutti gli invitati.

Tariffe ’made in Liguria’, insomma, rese note al termine dell’estate 2024 infuocata dal dibattito sui costi gonfiati del Tpl su ferro, che anziché ridurre l’overtourism, ha piuttosto intaccato la capacità di spesa dei visitatori. I nuovi guelfi e ghibellini del Levante ligure si dividono ora sulla gratuità della Via dell’Amore per i residenti in provincia della Spezia, che attualmente – salvo chi vive o ha una seconda casa nei tre Comuni delle Cinque Terre –, hanno libero accesso soltanto dopo le 17. Il sindaco della città capoluogo e presidente della Provincia, Pierluigi Peracchini sostiene questa battaglia già dalla riapertura, quando ha inviato una lettera alla collega di Riomaggiore Fabrizia Pecunia. Ora la maggioranza di centrodestra è passata all’attacco, approvando una mozione per impegnare l’amministrazione riomaggiorese – nel cui territorio è compreso il celebre sentiero – alla gratuità 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. «A fronte di un’opera pagata principalmente con i fondi della Regione Liguria, un residente della Provincia della Spezia che ha contribuito all’opera stessa con le sue tasse, sarà chiamato a pagare il biglietto come un turista qualunque proveniente dall’angolo più remoto del globo», si legge nel documento.

Ma nel parlamentino di palazzo civico ci si divide: sono state, infatti, rigettate le due mozioni della minoranza che chiedevano la gratuità di tutti i sentieri delle Cinque Terre e modifiche di più ampio respiro sulla gestione del turismo, a partire da un chiarimento sull’impatto delle nuove tariffe di Trenitalia sul comparto turistico e la tutela degli spezzini che hanno investito in strutture ricettive. Peracchini le ha bollate come trovate elettorali, la sindaca Pecunia, intanto, risponde. «Non capisco questo accanimento quando ci sono cose più serie a cui pensare, come la viabilità che da noi è in parte bloccata da mesi. Detto ciò, possiamo discutere della gratuità, ma nell’ambito di un piano di più ampio respiro che prenda in considerazione siti di interesse provinciale, prevedendo però meccanismi di compensazione per i mancati introiti dai sentieri».